Condannato a 4 anni e 3 mesi il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, per peculato continuato nell’ambito del processo “spese pazze”. Il collegio della terza sezione del Tribunale di Palermo, presieduto da Fabrizio La Cascia, ha emesso la sentenza. Il primo cittadino era difeso dal legale Giampiero Torrisi e da Enrico Sanseverino. Scatta la condanna anche per quattro ex deputati regionali. È stato assolto per insufficienza di prove solamente Giambattista Bufardeci. Pogliese dovrebbe essere sospeso dalla carica di sindaco per 18 mesi, così come previsto dalla legge Severino. Dovrebbe assumere maggiori poteri il vicesindaco etneo, Roberto Bonaccorsi. Lo scorso settembre la sostituta procuratrice, Laura Siani, deceduta suicida nelle scorse settimane, ha chiesto la condanna di Pogliese e di altri cinque ex deputati. Cataldo Fiorenza condannato a 3 anni e 8 mesi, Giulia Adamo a 3 anni e 6 mesi, Rudi Maira a 4 anni e 6 mesi e Livio Marrocco a 3 anni.
L’inchiesta nel 2014 provocò 80 avvisi di garanzia ai danni di deputati e impiegati dei gruppi parlamentari. La Procura per molti chiese l’archiviazione e per altri le accuse sono cadute in sede di udienza preliminare. Due sono stati giudicati con il rito abbreviato: Innocenzo Leontini assolto in Appello dopo una condanna a 2 anni in primo grado e Cateno De Luca, assolto anche lui in via definitiva. Tutti erano accusati a vario titolo per aver impiegato per fini personali i soldi assegnati per l’attività istituzionale. Parte Civile l’avvocatura dello Stato.
Pogliese fu accusato, come gli altri ex deputati, di avere speso il contributo del gruppo parlamentare. Un dieci per cento era a favore dei capigruppo come indennità. Alberghi e ristoranti pagati per 68mila euro dal 2008 al 2012. Il primo cittadino aveva anticipato una somma di oltre 50mila euro, come dichiarato in aula da Pogliese.