Soluzione per la problematica dell’acqua nel trapanese. Il governo della Regione Siciliana supporta i primi cittadini per trovare un rimedio al problema della gestione del servizio idrico in diciassette comuni della provincia. Un incontro sulla tematica si è tenuto a Palazzo Orleans, su iniziativa del presidente della Regione, Nello Musumeci. Al meeting vi erano il prefetto di Trapani, Tommaso Ricciardi, l’assessore ai Servizi di pubblica utilità regionale, Alberto Pierobon, i dirigenti generali dei dipartimenti Acqua e rifiuti, Calogero Foti, e della Protezione Civile, Salvo Cocina e i rappresentanti dell’Ente acquedotti siciliani, dell’Ati idrico di Trapani e di Siciliacque.
La Regione, per consentire ai Comuni di poter prendere in gestione le reti idriche, incrementerà di sette milioni di euro l’apposito Fondo di rotazione (nel quale sono già disponibili tre milioni di euro). Risorse utili all’avvio della fase di start up da parte degli enti locali e grazie alle quali potranno essere ammodernate le infrastrutture di distribuzione – in molte parti ammalorate – e sostituiti i contatori non più funzionanti, facendo così entrare a regime il sistema. Un prestito che i comuni potranno restituire in dieci anni, una volta ripresa la fatturazione dei consumi e avviato la riscossione della tariffa. Il commento di Musumeci. “Per troppi anni – spiega il governatore -, anche decenni la gestione del servizio idrico in Sicilia è stato abbandonata a se stessa: reti colabrodo, contatori in molti casi guasti o peggio inesistenti, mancato pagamento dei canoni. Una situazione insostenibile che ha creato, anno dopo anno, debiti milionari. Adesso basta! Bisogna consentire ai Comuni, alcuni dei quali, in realtà, sono stati inerti, di poter assumere la gestione, affiancandoli in questa fase di avvio del nuovo corso. Solo così si potrà tornare alla normalità, sotto ogni aspetto. Nel frattempo – chiosa -, si lavora affinché entro l’anno si definisca il Piano d’ambito”.