Schermi contro cellulari nelle carceri italiane

Il procuratore di Catania, Francesco Curcio, ha sottolineato la necessità di implementare misure di sicurezza per prevenire la penetrazione di cellulari all’interno degli istituti penitenziari, un problema endemico che ostacola la lotta alla mafia e al crimine organizzato. A margine della conferenza stampa sull’operazione che ha portato all’arresto di quattordici indagati del clan mafioso Scalisi di Adrano, Curcio ha evidenziato l’importanza di schermare gli ambienti penitenziari per impedire l’uso di telefonini cellulari, dispositivo fondamentale per le comunicazioni illecite e l’organizzazione di attività criminose. Se i detenuti non potessero utilizzare i cellulari a causa di uno schermo ambientale, ciò renderebbe inutile il possesso di tali dispositivi e contribuirebbe a ridurre la criminalità organizzata all’interno delle carceri.

Il procuratore ha anche sottolineato che la pena deve avere un carattere rieducativo, ma ciò risulta difficile se i detenuti continuano a delinquere all’interno del carcere, vanificando le indagini e il lavoro dei magistrati e della polizia giudiziaria. La lotta alla mafia e alla criminalità organizzata richiede una strategia complessiva che includa la prevenzione della penetrazione di cellulari nelle carceri e il contrasto alle organizzazioni criminali. Il procuratore ha inoltre parlato della vendetta organizzata dal boss del clan Scalisi, Pietro Lucifora, per uccidere chi aveva assassinato suo figlio 17enne durante una rissa nel Siracusano, e ha sottolineato come il lavoro sistematico sulle organizzazioni criminali consenta di scoprire anche le loro attività progettate, come ad esempio l’acquisizione di finte divise da carabiniere per avvicinarsi alle vittime predestinate. Tali eventi sarebbero dovuti avvenire in questi giorni, ma sono stati scongiurati grazie all’efficace lavoro di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata.

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