In Sicilia le lezioni scolastiche in presenza dovrebbero riprendere il 1° febbraio ma Gilda Catania contesta la decisione sostenendo che non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per rientrare in aula.
Giorgio La Placa, coordinatore del sindacato etneo, parla in prima persona della situazione che si vive nell’ambiente scolastico. “Prima di tornare in aula è indispensabile disporre del quadro reale della situazione, attraverso una certificazione formale e affidabile dei dati epidemiologici. Da rendere pubblica e condividere. Il 30 ottobre dello scorso anno il numero complessivo dei positivi era di circa 5000. All’interno di questo dato, 806 profili erano costituiti da alunni e personale scolastico appartenenti a 180 scuole del territorio etneo. Per la precisione, 341 alunni nello spazio tra 14 e 18 anni, 284 tra 6 e 13 anni, 82 tra 0 e 5 anni e 99 figure appartenenti al personale scolastico. Per l’esattezza il 15%, una soglia molto alta. Alla luce di questi dati, è possibile avere certezze scientifiche incoraggianti per il ritorno in classe? Oggi siamo a più 37.000 positivi nella sola provincia di Catania e il rientro in classe comporta un alto rischio di contagi, vista anche l’impossibilità di garantire il ricambio d’aria nelle aule e il gran numero di discenti per classe. È necessaria la vaccinazione di tutto il personale scolastico. Oggi non si rispettano nemmeno le distanze previste dalla legge di sicurezza ai fini dell’organico delle scuole“.
Gilda Catania, inoltre, sostiene che nell’incontro tra i sindacati e il commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica dell’ASP di Catania, avvenuto il 18 novembre scorso (data dell’ultimo incontro avuto tra le parti) per fare il punto sulle criticità relative alla gestione dell’attività didattica “il numero dei contagi relativo al settore scolastico fornito dal Dottor Liberti non era rassicurante“.