L’imprenditore edile palermitano Giuseppe Piraino, di 50 anni, indagato per truffa sui bonus edilizi, ha espresso la sua fiducia nella giustizia e la sua convinzione di essere estraneo alle accuse di frode fiscale. Piraino aveva già espresso le difficoltà di vendita dei crediti fiscali e il numero considerevole di cantieri fermi a causa dell’impossibilità di vendere o cedere i bonus edilizi, nell’ambito di un’indagine iniziata tre anni fa sulle agevolazioni fiscali per le imprese edili.
Il sequestro di 3,5 milioni di euro in questione riguarda crediti fiscali che sono a disposizione delle imprese o dei committenti che devono finire i lavori di costruzione, e non soldi contanti o depositati in conti correnti. Piraino aveva già denunciato le richieste di pizzo a un cantiere al quartiere Capo da parte degli estorsori di Cosa nostra nel 2018, riprendendo le richieste con una videocamera, in un caso di estorsione mafiosa che ha scosso la comunità imprenditoriale palermitana.
L’imprenditore aveva denunciato nuovamente il tentativo di estorsione della mafia del Borgo vecchio nel 2021, e ancora una volta nel 2022 a Brancaccio, riprendendo la richiesta di pizzo e denunciando tutto alla procura, in un caso che ha messo in luce la lotta contro la mafia e le organizzazioni criminali che operano nel settore edile. Nel 2022, il leader del M5s, Giuseppe Conte, incontrò Piraino a Palermo, assicurandogli che “Non vi lasciamo soli. Teniamo la mafia lontana dalle imprese”, in un messaggio di sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata e a favore della sicurezza delle imprese.