Il sindaco di Paternò, Nino Naso, ha sollecitato lo sgombero della baraccopoli situata in contrada Ciappe Bianche, su terreno privato, dove abitano decine di braccianti stagionali stranieri in condizioni sanitarie precarie. Questo luogo ha anche ospitato il marocchino Mouna Mohamed, tragicamente ucciso il 4 febbraio da un connazionale, successivamente fuggito a Milano prima di essere arrestato.
Il Sindaco Naso ha dichiarato: “Le condizioni di vita in questa zona sono indecenti. Ho già chiesto al Prefetto Maria Carmela Librizzi di convocare un tavolo tecnico con forze dell’ordine, sindacati e associazioni locali per trovare una soluzione adeguata e permettere il ricollocamento delle persone coinvolte. È essenziale valutare il numero esatto di migranti presenti e agire con trasparenza. Non abbiamo ancora fissato una data per lo sgombero e stiamo aspettando la calendarizzazione dell’incontro con le istituzioni coinvolte.”
L’ultimo controllo eseguito dai Carabinieri risale a circa dieci giorni fa, durante il quale è stato scoperto un caporale romeno che trattenuto parte della paga di alcuni braccianti tunisini irregolari in cambio dell’accompagnamento al lavoro negli agrumeti di Paternò.
Sulla questione dello sgombero, le segreterie locali di M5S – Europa Verde e PD hanno emesso una nota congiunta, sollevando interrogativi riguardo al futuro degli extracomunitari e ai rischi per l’ordine pubblico. Hanno chiesto la convocazione di un tavolo tecnico con associazioni di volontariato, parrocchie e parti sociali e politiche della città per trovare una soluzione condivisa che garantisca un tetto alle persone sfollate.
La situazione rimane quindi aperta, con dibattiti su come gestire la questione in modo umano e sostenibile per tutte le parti coinvolte.