Il tribunale del riesame di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per Vincenzo Li Calzi, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta denominata “Sorella Sanità”. La misura non sarà eseguita nell’immediato perché l’imprenditore ha il diritto di ricorrere in Cassazione.
Li Calzi deve rispondere di un episodio sul presunto aggiustamento di una gara per l’aggiudicazione di servizi destinati a ospedali e aziende sanitarie della Sicilia, in concorso con Fabio Damiani, ex presidente della Centrale unica di committenza degli appalti della Regione Siciliana, e con Salvatore Manganaro, imprenditore considerato vicino a Damiani. Entrambi i sopracitati sono in carcere. I giudici del tribunale avevano negato l’aggravamento delle posizioni degli altri due (Manganaro e Damiani che era direttore generale dell’Asp di Trapani) negando il riconoscimento del reato di associazione per delinquere.
Il riesame, nelle precedenti settimane, con un’altra composizione, aveva ordinato i domiciliari anche per il deputato regionale dei Popolari e Autonomisti, Carmelo Pullara, che risponde di turbativa d’asta. Il soggetto potrà fare ricorso in Cassazione e il suo arresto per il momento non verrà eseguito.