Arrestati sette rapinatori a Catania e Lineri

Le indagini condotte dalla Procura di Catania nell’ambito dell’operazione anti-rapina Khalipha hanno portato all’arresto di sette persone, sei delle quali sono attualmente in carcere per reati di associazione a delinquere e rapina aggravata, e una ai domiciliari. La banda di rapinatori, specializzata in rapine in villa e utilizzante tecniche di inganno con false divise e distintivi delle forze dell’ordine, avrebbe messo a segno almeno sette colpi in un anno, utilizzando una rete di informatori e complici per pianificare gli assalti.

In uno dei casi più gravi, una rapina in villa commessa il 16 novembre 2024 a Lineri, l’informatore della banda era un amico di famiglia delle vittime e aveva cenato con il padrone di casa prima di far entrare in scena i complici, utilizzando una tecnica di infiltrazione e manipolazione. I rapinatori, vestiti con cappellini, pettorine e palette della guardia di finanza, fermarono l’imprenditore 40enne e lo costrinsero a salire a bordo di una loro vettura, mentre due complici recuperavano la sua auto, in un’operazione di rapina che ha richiesto una precisa pianificazione e coordinazione.

Una volta giunti nella villa, i rapinatori utilizzarono violenza e minacce per costringere l’imprenditore ad aprire le casseforti, rubando 16 mila euro e gioielli ed orologi per un valore di 60 mila euro, in un caso di rapina aggravata che ha lasciato le vittime in uno stato di shock e trauma. Sapendo che la coppia disponeva di altri 100 mila euro, i malviventi intensificarono le pressioni, arrivando perfino a minacciare i genitori di voler rapire la loro neonata per portarla all’estero e rivenderla, in un’estorsione che ha richiesto un intervento immediato delle forze dell’ordine.

Il capo della banda è stato individuato in Alberto Gianmarco Angelo Caruso, 45enne con un passato tra le file del clan Laudani, noto per le sue attività di criminalità organizzata. Un’altra figura chiave era il senegalese 62enne Khalipha Casse, che partecipava attivamente ad alcuni reati e curava dei rituali propiziatori dietro il pagamento di 90 euro a persona, in un caso di associazione a delinquere che ha richiesto una precisa analisi criminologica.

I reati contestati agli indagati sono: associazione a delinquere, rapina aggravata, lesioni personali, possesso di segni distintivi contraffatti, detenzione e porto illegale di armi, porto illegittimo di oggetti atti ad offendere, in un quadro di accusationi che richiede una precisa valutazione giudiziaria. Sono state rinvenute anche tre pistole con matricola abrasa e provenienza illecita, oltre a materiale contraffatto riproducente i loghi di guardia di finanza e carabinieri, in un caso di contraffazione che ha richiesto un intervento immediato delle forze dell’ordine per prevenire ulteriori reati.

Gli indagati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere sono: Domenico Aleo, Alberto Gianmarco Angelo Caruso, Khalipha Casse, Valentina Maugeri, Alessandro Sapiente, Gianfranco Sapiente, mentre Andrea Caggegi è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, in un’operazione di giustizia che richiede una precisa applicazione delle norme processuali.

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