Fabrizio Corona al Palazzo di Giustizia di Milano

Fabrizio Corona è arrivato con mezz’ora di ritardo al Palazzo di Giustizia milanese per l’interrogatorio che aveva richiesto nell’inchiesta per revenge porn, un reato sempre più presente nella società digitale e basato sulla denuncia del giornalista e conduttore tv Alfonso Signorini. Prima dell’interrogatorio, Corona ha affermato di fronte a telecamere, fotografi e cronisti che avrebbe parlato anche dell’interrogatorio e che avrebbe fatto una conferenza stampa, un’opportunità per chiarire la sua posizione nella vicenda di abuso di immagini e video sessualmente espliciti.

L’interrogatorio è stato richiesto da Corona dopo che tre giorni fa erano state effettuate perquisizioni, acquisendo copie forensi del suo telefono e di un tablet, nonché il filmato della puntata di ‘Falsissimo’, con l’obiettivo di recuperare le immagini o video diffusi illecitamente, come denunciato da Signorini, e che possono essere considerati un caso di violazione della privacy e diffusione di materiale osceno. Corona è stato assistito dall’avvocata Cristina Morrone e dal suo storico avvocato Ivano Chiesa, esperti in diritto penale e procedure giudiziarie relative ai reati informatici e alla tutela dei dati personali.

Nell’inchiesta, gli investigatori hanno acquisito altre foto e video non ancora mandati in onda nel programma di Corona su YouTube, grazie all’analisi dei dispositivi informatici e ai sequestri probatori nelle perquisizioni di sabato, un’indagine che si concentra sulla protezione dei diritti alla riservatezza e sulla prevenzione della diffusione di contenuti illeciti online. Corona ha trasmesso una seconda puntata del suo format ‘Falsissimo’, in cui l’ex concorrente del GF Vip Antonio Medugno ha parlato di presunti abusi che avrebbe subito da parte del conduttore tv, una vicenda che solleva questioni relative alla sicurezza delle vittime di abusi e alla necessità di una cultura del consenso nella società digitale.

In uno dei contenuti social postati da Corona, si legge che Medugno ha denunciato Signorini per tentata estorsione e violenza sessuale, accuse che richiedono un’attenta valutazione da parte degli inquirenti e un approccio sensibile alla tutela delle vittime di reati sessuali. Allo stato, non risultano altre denunce, oltre a quella di Signorini contro Corona, ma l’obiettivo di Corona è trasformare l’ennesima inchiesta nei suoi confronti in qualcos’altro, che lui vuole contribuire a svelare e che chiama il “me too italiano”, un movimento che mira a promuovere la consapevolezza e la prevenzione degli abusi di potere e delle molestie sessuali. Qualora arrivassero denunce su presunti abusi o altre ipotesi di reato, gli inquirenti dovranno valutare anche questo profilo di indagine per ricostruire nel dettaglio tutta la vicenda, assicurando che la giustizia sia fatta e che le vittime ricevano la protezione e il sostegno di cui hanno bisogno. Corona aveva parlato di “più di 50 segnalazioni di ragazzi che hanno subito approcci molesti” e ieri aveva aggiunto: “Vediamo domani, dopo la puntata, chi sarà il vero indagato”, un’affermazione che sottolinea l’importanza di un’indagineaccurata e di un approccio olistico alla tutela dei diritti e della dignità delle persone coinvolte.

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