Volge al termine il 2020, e sarà ricordato da tutti come l’anno in cui il Coronavirus ha prima rallentato e poi fermato il mondo. Un intero pianeta popolato da gente che attende con ansia di poter ripartire dietro l’iniezione di nuovo entusiasmo, dipendente soprattutto dalla certezza che il vaccino anti Covid-19 possa permettere ai cittadini del globo di ricominciare a vivere senza patemi la propria quotidianità, ma anche dal rilancio economico dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia. Questo percorso che in molti sperano di poter intraprendere nel 2021, della serie “anno nuovo vita nuova”, richiede ancora del tempo per potersi tradurre in realtà nuda, cruda e autentica. Dovrà passare innanzitutto il dolore di chi ha perso un proprio caro, sia questo un parente o un amico, nel corso di questo difficile periodo segnato dall’espansione dell’epidemia, nella consapevolezza che ciò che è stato perduto non potrà tornare indietro. Anche i traumi di chi ha vissuto la malattia in un letto d’ospedale, vedendo sul proprio organismo gli effetti del Coronavirus e vedendoli negli altri, nei compagni di quel viaggio mai desiderato, andranno via col tempo. Chi ha chiuso la propria attività a causa della crisi economica scaturita dalla sconvolgente necessità di barricarsi in casa a riassaporare il valore della famiglia ma a perdere molto altro, potrà ricominciare – sperando che vengano posti sulle mani di tutti i mezzi per poter ripartire – e anche chi ha soltanto visto dall’esterno e provato paura, o non ha provato nulla ma ha vissuto giorni durissimi si rimetterà in moto.
Chi scrive in questa particolare circostanza si pone in prima persona davanti a queste speranze, avendo vissuto tutte, o quasi, le esperienze citate sopra da vicino.
A nome del gruppo editoriale e della redazione tutta l’augurio di maggiore serenità, maggiore vicinanza ai valori reali della vita e maggiore fortuna a tutti coloro i quali ci hanno seguito e ci seguono con affetto, e non sono poche persone. Per questo vi ringraziamo. Del resto l’informazione in questo periodo ha assunto una centralità non indifferente: il popolo si rivolge alla stampa, ai giornali, alle radio e alle tv per tenersi aggiornato. Da sempre, non soltanto con l’avvento del Covid-19. Una missione difficilissima in tempo di pandemia, con la necessità di filtrare le notizie, di selezionarle e verificarle per quanto possa essere possibile farlo nella materia inerente al virus, nel marasma del circuito delle informazioni che arrivano da tutte le parti.
Due frasi particolarmente celebri e care, segnano e fissano nella mente le speranze e le buone intenzioni, i propositi per l’anno nuovo e le possibilità che inevitabilmente si presenteranno dinanzi ad ognuno per ripresentarsi al nastro del via di un nuovo anno e di nuove sfide.
“Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”.
(Albert Einstein)
“Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia”.
(Paulo Coelho)
Da una parte la scienza, dall’altra il pensiero slegato o comunque non vincolato all’oggettività: eppure certi risultati a volte coincidono, coincidono con l’umanità e le migliori virtù di quest’ultima.
Gianluca Virgillito