Il presepe vivente di Giarratana continuerà ad essere unico nel suo genere. Perché il religioso silenzio con cui è rappresentato, la location, l’atmosfera, i colori, l’attenzione che i 130 figuranti mettono nel calarsi nel proprio ruolo, sono tutti elementi destinati a fare la differenza. E’ accaduto in passato, succederà anche adesso. Curato sin dal 2012 dall’associazione culturale “Gli Amici ro Cuozzu”, il presepe vivente ha potuto godere di quello slancio e quell’attenzione che merita, divenendo così uno dei presepi più premiati a livello nazionale ed internazionale: miglior presepe vivente di Sicilia edizione 2013-2014; migliore presepe vivente d’Italia edizione 2014-2015; miglior presepe vivente d’Italia edizione 2015-2016. Inoltre, è l’unico presepe vivente che, ad oggi, è stato riconosciuto per ben due volte di interesse internazionale. “I premi ricevuti – spiegano dall’associazione Gli Amici ro Cuozzu – sono il frutto della coralità manifestata dal popolo giarratanese che si rafforza proprio attorno a questa splendida rappresentazione”. Le giornate in cui si tiene il presepe sono il 26 e il 30 dicembre, oltre all’1, 5 e 6 gennaio del 2023. L’ingresso dalle 17,30 con la biglietteria che sarà aperta dalle 17 e sino alle 20,30. Per ulteriori info, è possibile visitare il sito www.presepegiarratana.it. La perla degli Iblei, ormai da decenni, si caratterizza, dunque, per una delle manifestazioni più gettonate durante il periodo natalizio. E l’edizione di quest’anno, poi, assume un valore ancora più significativo perché è quella della celebrazione dell’anniversario del trentennale che vuole risultare, a maggior ragione dopo la sosta dovuta all’emergenza sanitaria, una sorta di trampolino di lancio. Come detto, il presepe vivente di Giarratana, nel corso degli anni, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello regionale, nazionale e perfino internazionale. E non è un caso perché la rappresentazione è risultata il frutto di un percorso portato avanti da generazioni di giarratanesi che, nel corso del tempo, si sono avvicendati per assicurare una ricostruzione filologica quanto più aderente al periodo storico in cui è ambientata l’iniziativa presepiale, vale a dire a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
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