La querelle del passaggio di proprietà in seno al Calcio Catania conoscerà presto il suo epilogo. Sono arrivati, stavolta davvero, i giorni più caldi di questo già di per sé infuocato iter di cessione da SIGI al gruppo Tacopina (che ha già messo mano al portafoglio per il bene del sodalizio etneo), condizionato dalla rimodulazione e riduzione dei debiti accumulati dalla precedente gestione rispetto alle parti in causa. A dettare i tempi di questo percorso sono stati i passaggi burocratici e qualche inciampo lungo il cammino da parte della proprietà attuale del sodalizio di via Magenta che hanno condizionato la durata delle operazioni, complesse e che hanno oggettivamente richiesto sforzi e supporti da più parti affinché divenissero reali. Dal Comune di Mascalucia, dove si trova proprio la casa del Catania, all’Agenzia delle Entrate, piani predisposti, presentati, poi inviati in via ufficiale con successive integrazioni, modifiche e riassetti, il tutto al vaglio naturalmente anche della compagine legale che cura gli interessi del gruppo americano pronto a sbarcare in Sicilia e fermarsi alle pendici dell’Etna. Le ultime risposte prima dell’avanzamento finale al closing stanno per arrivare (si attendono per la settimana entrante) e trapela un cauto ottimismo la cui natura è assai differente rispetto all’euforia iniziale cui sono susseguiti intoppi che hanno condotto ad una fase di silenzio consona al momento attraversato. La natura delle transazioni che matureranno non è ancora nota, determinante comunque la volontà di venirsi incontro con i soli obiettivi di recuperare crediti da parte di chi ha maturato spettanze dal Catania e alimentare il battito di quest’ultimo per molteplici finalità, compresa quella sociale, come dichiarato a più riprese anche dal primo cittadino etneo, Salvo Pogliese.
Gianluca Virgillito