Calcio Catania, avvocato Rapisarda ad A1N: “Dobbiamo fare di tutto per salvarlo. E sul cda e il Comitato…”

Ai nostri microfoni Giuseppe Rapisarda, avvocato e responsabile della pagina social “domenica allo stadio” per dialogare delle ultime vicissitudini in casa Calcio Catania.

Sono giorni molto complicati, tutto accade in modo frenetico. Si attende la data del 25 maggio, giorno in cui il collegio compulsato dalla Procura si pronuncerà sul ricorso del Dott. Regolo con provvedimento che appare quasi scontato nella sostanza. È verosimile che si vada al commissariamento del Catania, dopo l’udienza di trattazione, comunque all’esito della Camera di Consiglio.

Le chiedo, alla luce di queste premesse, se crede che il commissariamento faciliterà, e se si in che misura, la cessione del club etneo o se invece ritiene che le indagini in corso possano rendere tutto più complesso di quanto non appaia?

Non possiamo anticipare le determinazioni del tribunale fallimentare adito con la richiesta di adozione di misure cautelari urgenti da parte della Procura.
Ritengo da operatore del diritto che la richiesta del Dott. Regolo sia ampiamente fondata; ritengo anche che alla lunga se perpretata dai giudici, con la giusta considerazione, questa situazione di stasi ed agonia possa essere sbloccata.

Credo che la nomina dei commissari nell’ambito di una procedura di amministrazione giudiziale della società calcio Catania e l’azzeramento del cda possano consentire intanto il ripristino della legalità circa i pubblici interessi, così come richiamato anche dal Dott. Regolo, ma possa anche costituire l’ultimo appuntamento per chi è seriamente impegnato nell’acquisizione del pacchetto di maggioranza del calcio Catania per poter fare quella proposta che possa almeno essere presa In considerazione, cosa che fino ad oggi il gruppo Pulvirenti non ha permesso di fare.
Nessuna indagine può essere mai considerata da “intralcio” alla gestione di una spa, anzi le indagini contribuiscono, in questo caso, a far chiarezza sui criteri di gestione societaria che abbiamo ampiamente contestato e su cui altrettanto ampiamente discusso.

Un pensiero sulla cordata.

Il Dott. Pagliara è e resta una figura rappresentativa, un uomo di particolare correttezza che ha fortemente a cuore il futuro del calcio Catania. Quello che probabilmente il Dott. Pagliara avrebbe voluto fare in più gli è stato impedito da questo maledetto virus. Nel pieno rispetto per la privacy, mi auguro che presto possa tornare tra noi. Il mio giudizio è quello di un uomo che ha sempre lavorato e parlato con onestà, serietà e dedizione alla causa del Catania. Insieme a lui e accanto a lui si muovono uomini rispettosi e ossequiosi della legalità e del momento di crisi economica che stiamo attraversando. Uomini che stanno scommettendo su se stessi, sul Catania e sui tifosi per continuare a far vivere la storia del club che dura da 74 anni. È difficile ma ce la possono fare.

Non dobbiamo e non possiamo farci illusioni, però, perché il quadro economico e giudiziario è davvero drammatico. Occorre dunque particolare abnegazione, amore e passione, e bisogna lavorare come stanno facendo, mantenendo nervi saldi e lucidità.

Le chiedo una breve considerazione sull’azione del cda del Catania e conconsiderazioni alla luce delle recenti dimissioni di questi giorni.

Io credo che. Dott. Di Natale sia una persona perbene. Ne sono convito, lo conosco.
Essere perbene, però, non ci mette al riparo dal commettere errori. Ed uno degli errori che il Dott. Di Natale può aver fatto è stato quello di sottovalutare il contesto molto difficile in cui è stato chiamato ad operare e sopravvalutare alcuni propri collaboratori.
La contestazione non la faccio io ma la Procura. Il Catania avrebbe dovuto ricapitalizzare perché sceso sotto la soglia minima del capitale sociale previsto e questa situazione è antecedente al covid-19. Ci siamo quindi trovati con la richiesta della Procura di azzeramento del cda. Ritengo, anzi sono sicuro, che Di Natale possa dimostrare di essersi attivato nelle linee che ha rimproverato la Procura. Al di là di errori veniali rimane il fatto, quindi, e parlo da uomo di diritto, che non mi sento di attribuire responsabilità ad un uomo venuto qui e che si è trovato probabilmente coinvolto in qualcosa molto più grande di lui e delle sue forze che sono tante ma che non hanno retto all’urto di una situazione così drammatica.

Sulla proprietà e sui modi di gestire le sue proprietà parla la relazione dei commissari Meridi, così come abbastanza chiara e netta è la valutazione della Procura effettuata sulla scorta di una indagine molto approfondita della GdF corredata di una relazione ineccepibile già nel fascicolo del pm.

Pulvirenti ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Questa è la mia valutazione. Non può neanche essere invocato come attenuante l’amore che sicuramente ha per il Catania. Non si può sbagliare così ostinatamente come ha fatto lui. Questo rimane per i tifosi incomprensibile ed imperdonabile. E non capire ancora oggi che il suo momento è finito, continuando a rimanere al suo posto senza dare alcun segnale di apertura alla cessione mi sembra appunto una ostinazione che sta trovando rimedio solo nelle aule di tribunale. Lui è un imprenditore e lo sa che il rimedio giusto sarebbe stato quello di intavolare una trattativa seria con acquirenti seri. Gli acquirenti c’erano e lui non ha voluto trattare e questo è l’ultimo dei grandi errori dell’imprenditore Pulvirenti.

Chiudiamo il suo intervento con un auspicio, da tifoso e uomo di legge, per il Catania 46.

Io sono uno dei tanti della comunità dei tifosi del Catania. Sono tifoso e in questo momento la testa e il cuore mi dicono di impegnare tutto me stesso per salvare il Catania 46. Questo lo devo, anzi lo dobbiamo fare per le famiglie dei ragazzi che sono venuti meno, lo dobbiamo fare per la famiglia Massimino, per tutti quelli che sono cresciuti nei ricordi, nelle trasferte, nelle partite in casa, in quelle perse più che in quelle vinte. Dobbiamo fare di tutto. Nessun auspicio, dunque. Voglio solo contribuire nel mio piccolo a dare un apporto positivo a questo meccanismo che vuol compiere il miracolo, come oggi Pellegrino ha detto al Sindaco Pogliese. Questo è il momento di agire ed operare, almeno per come mi è stato detto, per non avere rimpianti domani. Non c’è un altro Catania. Non intravedo nulla se non questo Catania e dobbiamo fare di tutto per salvarlo.

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