Marco Biagianti dice addio al calcio, decide di appendere le scarpette al chiodo… L’annuncio in una commossa conferenza stampa, durante la quale l’ormai ex capitano rossazzurro spiega le sue ragioni, fa chiarezza e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa.
Ad aprire la girandola di emozioni una lettera aperta, per ribadire l’indissolubile legame con la città e con i colori, ma anche per raccontare quanto successo in questi mesi. Diverse interlocuzioni con il Direttore Maurizio Pellegrino, la promessa a suo dire di voler puntare ancora sul numero 27, la proposta di iniziare un percorso da allenatore e poi il silenzio. Ma soprattutto la mancanza di sincerità, è questo che lamenta Biagianti, non la scelta tecnica o la volontà di intraprendere altre strade. Allora, vista l’impossibilità di vestire – per un’ultima e definitiva stagione – la maglia del Catania, la decisione di “metterci un punto” e dire basta. Rifiutando anche altre offerte, dicendo “no, grazie” a chi aveva bussato alla sua porta.
Lo dice a chiare lettere Marco Biagianti, pronunciando la frase che vale come un triste ma dovuto commiato: “Se non posso più giocare con questa maglia non sento più il bisogno di andare avanti“. Poi il ringraziamento ai tifosi, ai catanesi, agli allenatori, a tutti i compagni di squadra, a chi ha creduto in lui e gli ha dimostrato stima, ammirazione e affetto, specie nei momenti bui.
Le emozioni prendono il sopravvento e tornano alla mente tanti, indimenticabili, ricordi: da quelli splendenti e patinati della Serie A, a quelli più cupi, ma a loro modo significativi, della Serie C. La sensazione, quando tutto finisce e quando si inizia ad acquisire la consapevolezza che dopo 13 anni la storia tra Biagianti e il Catania è veramente finita, è che poteva e doveva andare diversamente, che questa vicenda avrebbe dovuto avere un altro esito.
Certo, il gruppo e la squadra vengono, sempre e comunque, prima di tutto… Ma è innegabile che, anche nella remota ipotesi in cui fosse stato a mezzo servizio, il numero 27 avrebbe rappresentato un punto di riferimento per tutti, un esempio da seguire, una pedina fondamentale per ripartire e scrivere il futuro. La vita è fatta di scelte, condivisibili o discutibili che siano, e conta molto come queste scelte vengono prese, quello che c’è dietro. Una vicenda, questa, che ricorda tanti episodi del passato e una modalità gestionale che, lo ha detto la storia, si è rivelata fallimentare… E allora speriamo che certe cose cambino davvero e che, in un futuro non troppo lontano, un ragazzo fiorentino possa tornare a vestire e rappresentare il rossazzurro, anche se non più in maglia e pantaloncini ma in giacca e cravatta.
“Sono sempre stato un bambino sognatore, uno che crede sempre nelle persone – dice commosso Biagianti -. Catania è diventato il mio ossigeno, qui ho fatto le cose migliori della mia vita. Sono grato a questa terra, e mi sentirò sempre parte di essa. Non c’è scritto da nessuna parte che Biagianti debba per forza firmare, sono scelte che competono ad allenatore e dirigenza. Sarebbe stato accettabile se fosse andata così, ma così non è andata. Non c’entrano i soldi come si è scritto. Sono in contatto con Pellegrino da mesi, ci siamo visti più volte e mi è stato chiesto cosa volessi fare e io ho risposto che volevo giocare. Lui mi ha sempre ribadito che non ci sarebbero stati problemi. Dopo aver letto dell’acquisto dei due centrocampisti e aver atteso tutto il ritiro ho provato rabbia e ho richiamato Maurizio. Ho capito che era arrivato il momento giusto per parlare alla città. Se mi fosse stato detto sei fuori sarei stato male ma avrei accettato. Mi sarebbe piaciuto combattere ancora per questi colori e chiudere davanti ai tifosi. Oggi decido di chiudere con il calcio, se non posso giocare con questa maglia non sento di voler continuare. Buon compleanno Calcio Catania – chiosa -, ti amo e ti amerò tutta la vita”.