L’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone replica alla nota del presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone a proposito del Decreto semplificazioni e del paventato rischio di “una nuova tangentopoli”.
«L’allarme lanciato dall’Ance Sicilia, riguardo il “Decreto semplificazioni” e le procedure negoziate chiuse fino a 5 milioni di euro, rilancia il tema della trasparenza negli appalti pubblici, un obbligo e un valore. In tale ottica, il governo Musumeci ha voluto con forza la Legge 13/2019 proprio per coniugare la trasparenza a celerità e semplificazione burocratica. In effetti le preoccupazioni dell’Ance sono le nostre, e non a caso abbiamo emanato delle precise direttive verso gli Urega e le altre stazioni appaltanti come comuni ed ex province, al fine di utilizzare le procedure negoziate solo per minimi importi, per appalti cioè al di sotto del milione. Inoltre, come molti operatori e l’Ance sanno bene, la Legge 13 adotta il sistema dell’inversione procedimentale e del massimo ribasso per i lavori fino a 5 milioni e 250mila euro. Un sistema che ci permette di assegnare gli appalti in un arco di tempo fra 60 e 90 giorni, mantenendo però forti garanzie di trasparenza ma anche di snellimento procedurale. Che le direttive del governo Musumeci funzionino lo confermano i numeri: solamente quest’anno gli Urega, malgrado l’emergenza Covid-19, hanno già superato il numero di gare espletato negli ultimi cinque anni. A fine anno assieme al presidente Musumeci tireremo le somme coinvolgendo le associazioni di categoria. Raccogliamo dunque l’appello di Ance Sicilia impegnandoci a rendere sempre più diffusa l’applicazione delle nostre direttive».