Un’intesa operativa, anticipatrice della riforma Cartabia, tra il Comune di Catania e il Tribunale dei Minorenni per favorire la mediazione penale come strumento di giustizia riparativa, in grado di proporre un modello consensuale di gestione dei conflitti con la partecipazione attiva di tutte le parti in causa, sia il minore autore del reato sia la vittima e nel complesso la società tutta.
E’ il contenuto del protocollo d’intesa per rendere effettiva la mediazione penale, sottoscritto nella sala giunta di Palazzo degli Elefanti dai vertici delle istituzioni coinvolte: il commissario straordinario del Comune di Catania, Federico Portoghese, il presidente del Tribunale dei Minorenni etneo Roberto Di Bella, il Procuratore Capo della Repubblica presso lo stesso Tribunale Carla Santocono e la responsabile per l’Ufficio Servizio Sociali Minori di Catania afferente al Ministero della Giustizia, Roberta Montalto.
“Un passo importante – ha detto il Commissario Portoghese – che si inserisce nel processo più ampio che abbiamo intrapreso a favore dell’inclusione dei minori. A partire da questo modello assolutamente innovativo, stiamo sviluppando altre iniziative con circuiti educativi utili a creare un forte collante tra le diverse realtà impegnate sul territorio, in primo luogo la scuola, soprattutto nelle periferie. Si tratta di azioni necessarie a colmare lo scollamento tra interessi specifici che sino ad oggi ha ostacolato un modello virtuoso. Un altro step è il rafforzamento dei servizi sociali del Comune con l’assunzione di 60 assistenti sociali, fondamentali per sostenere tutto il sistema avviato”.
“Sono molto contento di questo nuovo importante tassello – ha sottolineato il presidente Di Bella – che rientra nell’ambito delle attività previste dall’Osservatorio prefettizio. Il nostro obiettivo è rivolto alla priorità della questione minorile, così sentita a Catania che ha tassi elevatissimi di dispersione scolastica, devianza minorile, e inevitabilmente di disoccupazione giovanile. Oggi registriamo una nuova visione strategica complessiva da parte delle Amministrazioni compresa quella comunale. E’ fondamentale sensibilizzare i ragazzi ma anche la collettività: non mi piacciono gli slogan ma in questa occasione credo sia il caso di dire ‘Catania aiuterà Catania’”.
“Ogni giorno costruiamo il domani in questa città- ha evidenziato la dottoressa Santocono – e quello di oggi permette di indirizzare risorse ulteriori verso la questione minorile e in particolare la mediazione penale, strumento che permette la conciliazione tra la vittima e l’aggressore con un impatto sull’intera società, e consente inoltre un’anticipazione dei tempi delle azioni di recupero educativo e sociale, che è esigenza impellente soprattutto nel caso dei minori”
A operare sul progetto di mediazione sarà anche la Direttrice del servizio decentrato per i minori del ministero giustizia: “Una esperienza pilota in Sicilia – ha specificato Roberta Montalto – di grande valore . Che questo ufficio di mediazione penale sia finanziato dal Comune è tra l’altro un fatto importante non solo sul piano economico ma anche e soprattutto sul piano dell’attenzione e della sensibilità dell’Amministrazione nei confronti di un servizio che permette la ricomposizione del patto sociale infranto. La mediazione favorisce la responsabilizzazione e fornisce un sollievo alla vittima, che non può costituirsi parte civile nel processo”.
Altra novità evidenziata nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato anche il capo di gabinetto Giuseppe Ferraro e la Dirigente dei Servizi Sociali del Comune Giuseppa Delfa, è “l’affiancamento alla mediazione penale di quella scolastica- come ha evidenziato Lucia Leonardi, responsabile della Posizione Organizzativa per la Programmazione dei Servizi Sociali comunali- con 15 scuole cittadine coinvolte, sportelli con psicologi, insegnanti formati appositamente, e inoltre, la mediazione intra familiare, accanto allo spazio neutro già da tempo avviato”.
Con lo strumento della mediazione penale, anche attraverso l’azione di educatori specializzati, si intende contribuire alla responsabilizzazione del minore autore di reato, attraverso la rivisitazione dell’atto illecito posto in essere, con un percorso di reciproco riconoscimento e riparazione con la persona offesa dal reato.
La mediazione penale, inoltre, si propone come strumento di politica criminale preventivo, tanto più importante perché sperimentato tra i minori, in quanto la sua applicazione mira a promuovere la risocializzazione e il reinserimento sociale del giovane autore di condotte antigiuridiche e antisociali.
Per raggiungere l’obiettivo di sperimentazione di attivare servizi innovativi per i minori, qual è la mediazione penale e la giustizia riparativa, nei mesi scorsi, l’Amministrazione Comunale, ha individuato i fondi necessari, circa 500 mila euro, attingendo alle risorse della legge 285/97, necessari per attivare un servizio di primaria importanza in termini sociali.
Per eseguire le attività di mediazione penale la Direzione Servizi Sociali del Comune ha già scelto, con gara a evidenza pubblica, le ditte appaltatrici: Coop. Prospettiva, Opera Don Calabria, Coop. Team, Consorzio Il Nodo e Coop. Fenice, congiuntura che rende immediatamente operativi i servizi previsti dal progetto.
Sulla base del protocollo siglato in Municipio, il Tribunale per i Minorenni e la Procura della Repubblica presso lo stesso tribunale, s’impegnano a procedere all’invio delle segnalazioni dei fascicoli all’ufficio per i servizi di giustizia riparativa; mantenere il raccordo con l’ufficio per la mediazione penale minorile, attraverso incontri di confronto periodici; sostenere, d’intesa con gli enti sottoscrittori, l’attività del servizio per la mediazione penale minorile al fine di assicurare la prosecuzione.
Il Comune di Catania, dal canto suo si impegna a convocare e coordinare il tavolo di regia, composto da un rappresentante di ciascun ente firmatario del protocollo e dai referenti operativi e scientifici dell’ufficio per la mediazione penale minorile, almeno una volta l’anno per il periodo di validità dell’accordo;
reperire locali idonei all’attività di mediazione, tramite le ditte appaltanti;
L’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni provvederà ad assicurare la partecipazione all’attività di giustizia riparativa, in qualità di mediatore, con dipendenti di ruolo, specificatamente formati e che abbiano maturato esperienza presso l’ufficio stesso.