Calcio Catania, Ferraù ad A1N: “Il club potrebbe essere già risanato quest’estate”

ferraù

Il presidente del CdA di SIGI, l’avvocato Giovanni Ferraù, ha parlato ai microfoni di Antenna Uno Notizie soffermandosi sulla narrazione del percorso della SpA negli ultimi mesi e sviscerando alcuni temi legati alla situazione debitoria del Calcio Catania. L’avvocato si aspetta il risanamento già in estate. Ecco le parole dell’avvocato Ferraù:

“La situazione è migliorata. Abbiamo avuto necessità di chiudere l’accordo quanto prima, anche se con un po’ di ritardo. Adesso si tratta di allestire un contratto con qualche complemento, sono degli allegati che già avevamo individuato singolarmente. Abbiamo chiesto ai nostri del Calcio Catania di approntare tutta una serie di documenti, loro hanno fatto con i loro. Quindi immagino che nei prossimi giorni tra domani e dopodomani di firmare anche questi allegati”.

Sicuramente c’è una disponibilità di buona parte della SIGI di far parte del progetto Tacopina, oltre Gaetano Nicolosi che rientrerà parallelamente a SIGI o ad altri ex soci di SIGI. Evidentemente se ci sarà un reingresso difficilmente sarà fatto come SIGI. In questo caso verrà costituita una nuova società con persone ex SIGI o aperta anche ad altre personalità che vogliono continuare a vivere questa avventura con il Calcio Catania. C’è una disponibilità massima, stiamo definendo i criteri di rientro, ma come ho sempre ribadito andiamo step per step. Intanto facciamo il closing, definiamo tutte le posizioni tra SIGI e gli investitori e poi parliamo di cose belle. L’ingresso è un investimento. A molti verrà la voglia di investire per un’ulteriore avventura, però penso che ancora sia prematuro parlarne”.

“La situazione del Calcio Catania è molto particolare, quella debitoria è gravissima e complessa da ripianare. La verità è che SIGI da due mesi e mezzo dialoga con Tacopina, con un rapporto di grande lealtà. Non si è cercato altro. Si è instaurato un rapporto con Tacopina e si è firmato un diritto di esclusiva, oltre che di riservatezza. Il futuro di SIGI dipendeva dall’ingresso dell’investitore, a ottobre è venuto fuori concretamente Tacopina e abbiamo avviato la trattativa con lui. Certo sarebbe stato molto complicato qualora le trattative si fossero interrotte a gennaio. Perché da una parte si era fatto un lavoro importante di ripianamento dei debiti e dall’altra non si era cercata un’alternativa per cui sarebbe stato complicato. Queste cose ormai appartengono al passato”.

“Per parlare dell’agenda di SIGI ci vorrebbero settimane. Noi siamo entrati a luglio con una situazione debitoria totalmente oscura: 50-52 milioni di euro oggi invece è sui 64 milioni. Il lavoro di SIGI è stato acquistare un castello terribilmente malfunzionante, polveroso, sporco e ingrassato. E abbiamo ripulito tutto questo castello, facendo interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria. Abbiamo ricondotto questo castello all’antico splendore. Abbiamo dovuto fare un’opera di pulizia enorme. Chi vuole acquistare un castello, lo deve vedere pulito e ordinato. Ecco SIGI ha fatto proprio questo, una grande sistemazione col cuore dei catanesi. Noi abbiamo ristrutturato il Calcio Catania“.

“Il desiderio di proseguire il progetto c’era, ma ci siamo scontrati con la dura realtà. La verità è che quando abbiamo acquistato il Catania abbiamo fatto un grande atto di amore e basta. Quando si fanno questi gesti non si pensa alle conseguenze che questo atto di amore avrà nel futuro. Si compie e basta. Poi già subito i parametri della gestione precedente facevano si che dagli 800.000 euro da versare per l’iscrizione in Serie C siamo arrivati a 2.300.000 milioni di euro. Quindi dopo aver uscito il 23 luglio ben 1.400.000 euro è venuta fuori l’esigenza di patrimonializzare la società e di chiudere col fisco per ottenere l’iscrizione al campionato nonché di pagare i debiti sportivi. Devo dire che l’intenzione di prendere il Catania e di portarla in alto a breve non poteva essere un’intenzione di SIGI. Noi dovevamo solo salvare la matricola e il Calcio Catania, facendo un campionato dignitoso, che invece si è rivelato di altissimi livelli. Poi l’intenzione era quella di continuare con finanze esterne con un Torre del Grifo funzionante e con lo stadio aperto”.

“In linea di massima per vedere il Catania con il bilancio in positivo, con l’opera che è stata fatta da SIGI e consegnata il 25 febbraio a Joe Tacopina, si potrebbe pensare in realtà all’estate. Se tutto dovesse andare bene il Calcio Catania sarà completamente risanato già questa estate. Non avrà debiti cronici e patologici. Stiamo portando la società all’investitore e se lui investirà questa somma di denaro entro questa estate vedremo una società risanata con finanza proveniente dall’investitore. Sulle dichiarazioni di Lo Monaco non rispondiamo, penso che non ci curiamo di loro. Andiamo avanti e guardiamo avanti. Non merita una risposta secondo me”.

“Sostengo che già adesso la squadra stia insediando le parti alte della classifica e ha già la forza di farlo adesso. Gli innesti dovranno giungere per alcune ipotesi di infortuni o emergenze Covid. La squadra cosi come Pellegrino e Guerini l’hanno messa su è di alti livelli. È chiaro che siamo insaziabili. Serve un elemento in difesa e un attaccante. Pecorino, Piccolo, Sarao e Manneh hanno dimostrato di fare bene. Io valuterei l’innesto di giocatori forti solo per una questione di riparo. SIGI ha compiuto un’azione sociale e ha dimostrato alla città che è inutile lamentarsi e aspettarsi qualcuno che venga e risolva il problema. Per risolvere i problemi non bisogna essere cittadini passivi ma bensì protagonisti. SIGI è stata protagonista di una storia chiamata Calcio Catania, salvando quello che doveva e dimostrandolo alla città intera. Io penso che questa azione sociale possa rimanere nella memoria storica dei catanesi, per riparare i problemi legati al territorio”.

“Meglio il 23 luglio o il 16 gennaio? Il 23 luglio ho avuto più brividi, perché era una storia che continuava per mano nostra. Quel giorno i brividi mi sono venuti perché abbiamo dimostrato quello che potevamo fare. Il 16 gennaio la gioia era più soggettiva, ripagava tanti sacrifici personali fatti negli ultimi giorni. Mentre il 23 luglio la soddisfazione era globale, qui c’era una soddisfazione personale e professionale proprio per dire che è andato tutto bene. È stata come una liberazione“.

Condividi

Articoli Correlati

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.