Una lettera aperta che il comitato Romolo Murri, attraverso il suo presidente Vincenzo Parisi, rivolge al commissario straordinario di Catania per ribadire che la raccolta differenziata, per come è stata concepita, non potrà mai funzionare perché il capitolato d’appalto non tiene conto della realtà etnea e probabilmente è stato fatto un “copia e incolla” ricalcando un modello già in vigore in qualche città svizzera. Tralasciando il fatto che il passaggio dai tradizionali cassonetti alla raccolta differenziata è stato eseguito con pochissima pubblicità e tanta approssimazione, in molte strade della città è impossibile per gli abitanti lasciare i mastelli fuori di casa perché, con centinaia di appartamenti presenti, si occuperebbero interi marciapiedi. Stesso discorso per i carrellati che non posso essere custoditi all’interno dei condomini semplicemente perché quest’ultimi non hanno spazi adeguati. Parliamo proprio di una incapacità di carattere strutturale visto che, dentro i palazzi, mancano aree di raccolta dei rifiuti che poi andrebbero conferiti, in base alla tipologia, nei giorni stabiliti. Basta farsi un giro in via Siena, via Padova, via Vicenza per farsi immediatamente un’idea della situazione. Insomma quello che nel nord Italia sembra banale, a Catania è pura fantascienza. Da qui l’invasione di buste per le strade, nella migliore delle ipotesi, oppure discariche abusive a perdita d’occhio con inevitabile invasione di scarafaggi e topi. La soluzione, proposta dal comitato Romolo Murri, sarebbe quella di adottare cassonetti vecchia maniera nelle strade con un sistema di chiusura codificato per le zone di appartenenza, la chiave consegnata ai condomini e la raccolta che preveda gli stessi orari e giorni di smaltimento dei vari materiali.
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