Catania, la Guardia di Finanza ha disposto interventi nei confronti dell’azienda “Qè”

Guardia di Finanza

I finanzieri del comando provinciale di Catania, con l’ausilio della Guardia di Finanza di Brescia e di Milano, nell’ambito dell’operazione denominata “WHO IS”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di due soggetti. Le fiamme gialle hanno disposto gli arresti domiciliari per il presidente del Cda e amministratore della “Qè srl”, dal 2013 fino al fallimento, Patrizio Argenterio nato nel 1955 per omesso versamento IVA, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. Disposta, invece, la misura interdittiva del divieto temporaneo per 6 mesi di esercitare ruoli direttivi di persone giuridiche e imprese per Mauro De Angelis del 1948, amministratore della società dal luglio 2015 fino al fallimento del 2017. L’uomo è già noto per essere stato ai domiciliari nel 2017 per un’indagine della Procura di Roma sempre per l’ipotesi delittuosa di bancarotta fraudolenta.
Le fiamme gialle hanno inoltre sequestrato preventivamente 2,4 milioni di euro a seguito delle indagini sul dissesto e sul fallimento della “Qè srl” di Paternò.
L’azienda fornitrice del servizio di call/contact center ad aziende importanti a livello nazionale, come Enel Energia, Sky e Inps, alla fine del 2016 chiuse licenziando oltre 200 lavoratori dipendenti e centinaia di lavoratori a progetto.
Il Tribunale di Catania a giugno del 2017 dichiarò il fallimento della società che era gravata anche da debiti erariali non assolti per un valore complessivo di circa 14 milioni di euro. I problemi finanziari dell’azienda sono iniziati nel 2012 quando il patrimonio netto non più esistente è stato occultato dagli amministratori tramite dei bilanci falsi per proseguire fraudolentemente l’attività. Tuttavia, la società di call center dal 2009, anno in cui nacque, usufruiva anche di agevolazioni finanziarie e di crediti d’imposta riservati alle aziende che si trovavano nel Mezzogiorno per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.
L’investigazione dei finanzieri di Catania ha consentito di scoprire le criminose condotte dal management della società che ha svuotato le casse sociali effettuando pagamenti e cessioni distrattive di beni a beneficio di imprese riconducibili direttamente agli indagati.

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