Catania, lite tra detenute: ferita una poliziotta

carceri; carcere augusta

La problematica delle aggressioni in carcere resta una costante in Sicilia. Due detenute della casa circondariale di Catania Piazza Lanza hanno litigato fisicamente e una poliziotta penitenziaria è rimasta ferita. La notizia è stata diffusa da Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).

L’organizzazione sindacale spiega che “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti. E la proposta è proprio quella di sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Ed una soluzione va individuata anche prevedendo un circuito penitenziario ad hoc per i detenuti psichiatrici e le espulsioni dei detenuti stranieri. Il nuovo Guardasigilli ha un profilo di altissimo livello e a lei chiediamo un cambio di passo sulle politiche penitenziarie. Noi confidiamo molto nel nuovo Guardasigilli e auspichiamo che abbia il coraggio che non ha avuto Alfonso Bonafede su due priorità cruciali. Il primo: ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Servono, dunque, urgenti provvedimenti a tutela della stessa incolumità fisica delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Secondo aspetto: il crescente aumento degli eventi critici in carcere – chiosa il SAPPE -, che vedono spesso coinvolti ristretti stranieri e con problemi psichiatrici“.

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