Catania, maxi sequestro di beni riconducibili a esponente di vertici del clan Cappello

antimafia;

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno sequestrato beni per un valore complessivo stimato in oltre 500mila euro ritenuti riconducibili a Santo Strano, 54enne esponente di vertice del clan Cappello detenuto in regime di massima sicurezza. Il decreto è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Figurano nel provvedimento un appartamento al Villaggio Sant’Agata e un’impresa individuale di commercio al dettaglio di caffè torrefatto sempre nella stessa zona (entrambi intestati alla moglie Stefania Reale). Sotto sequestro anche rapporti bancari, nove orologi di marche prestigiosi e due braccialetti di tipo tennis con brillanti, già sequestrati dai carabinieri nel maggio 2015 e trovati in una cassaforte dell’uomo in occasione del suo fermo di indiziato di delitto. Le indagini hanno permesso di accertare che i beni sono stati frutto dell’attività illegale dell’individuo.

Strano secondo diversi collaboratori di giustizia ha “ricoperto il ruolo non solo di responsabile del gruppo del clan Cappello operante in via della Concordia, a Catania, deliberando le strategie operative, l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti e le modalità del recupero illegale di ingenti crediti, ma anche quello di trait d’union sia con il gruppo operante nei territori di Catenanuova-Centuripe-Regalbuto sia con il capo dell’organizzazione mafiosa Salvatore Cappello”. L’accusa sostiene che Strano con questi “si rapportava quando dovevano essere assunte decisioni nel nome e nell’interesse del clan”.

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