Catania, positiva al Covid-19 affetta da sindrome di Down muore in ospedale sola. Associazioni: “Non si ripeta più”

Posti a sedere; Covid

Perde la vita una giovane con disabilità senza nessuno vicino e le associazioni chiedono che la vicenda non capiti nuovamente. Succede alla 32enne, Valeria Scalisi – affetta da sindrome di Down – che è deceduta alla fine dello scorso novembre mentre era positiva al Covid-19 nel Policlinico di Catania da sola. La ragazza per tutta la sua vita non aveva mai trascorso tanto tempo priva di qualcuno accanto e chiedeva sempre della sua mamma. I rappresentanti delle associazioni Famiglie Persone Down, Meta, Mare Camp e Sclerosi Tuberosa hanno redatto una lettera ai dirigenti degli ospedali etnei e dell’Asp locale chiedendo che quanto accaduto non si ripeta.

“Tutti i disabili intellettivi – dicono – e quindi anche i nostri ragazzi, hanno bisogno di una figura conosciuta al loro fianco, generalmente la mamma, presenza fondamentale e vitale per il loro stato d’animo e il percorso positivo verso la guarigione, tutte situazioni che in mancanza della mamma o in poche parole il caregiver, potrebbero portare, oltre che alla morte nei casi più gravi, anche a un peggioramento emotivo tale da compromettere il loro equilibrio psicologico. Un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità detta le linee guida per l’ospedalizzazione di persone con disabilità intellettiva affette da Covid. Nel corso del ricovero particolare attenzione andrà dedicata all’utilizzo di modalità di comunicazione e gestione adeguate ai bisogni della persona, alla presenza di un caregiver adeguatamente formato e con adeguati dispositivi di protezione individuale e, ove opportuno, all’utilizzo di appropriati e programmati interventi farmacologici per la gestione dell’angoscia, del dolore, della fatica respiratoria della persona, nell’ottica di alleggerire al massimo il sovraccarico per la persona e diminuire i rischi per la persona e per il contesto. Vogliamo sottolineare la nostra fermezza nel comunicare che non permetteremo in alcun modo che possa ripetersi quanto accaduto e chiederemo senza alcun indugio risolutezza che uno dei familiari rimanga a fianco della persona disabile per assisterla nel suo percorso ospedaliero. Le scriventi Associazioni chiedono che vengano date istruzioni e fissare un protocollo, affinché, in presenza di persone con disabilità intellettiva, fin dal primo momento sia concessa l’autorizzazione al caregiver di rimanerle accanto”.

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