Catania, sindaco Pogliese: “Decreto Rilancio? Misure inadeguate, comuni in dissesto penalizzati”

Il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha parlato nella riunione in videoconferenza con tutti i capigruppo della Camera dei Deputati, i primi cittadini metropolitani e una delegazione dell’Anci.

“Le misure dell’ultimo D.L. sono inadeguate per sostenere la risalita dei comuni particolarmente quelli metropolitani, chiamati a rispondere di tante questioni ma sguarniti di risorse sufficienti per fronteggiare le emergenze del Covid. Tanto più per quelli in dissesto come Catania e dunque maggiormente bisognosi di sostegno finanziario e chiarezza normativa nell’interesse dei cittadini che legittimamente chiedono risposte urgenti alle necessita di una ripresa che sia in grado di garantire aiuti efficaci e concreti. Ho posto la necessità di un intervento normativo che permetta agli Enti Locali in Dissesto finanziario di poter aderire alle misure straordinarie attivate, come la sospensione delle quote di capitale delle rate dei mutui che ci permetta di liberare liquidità a vantaggio dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Il comune di Catania – come è noto – ha già deliberato l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato e lo stesso è in corso di istruttoria al Ministero dell’Interno, momentaneamente sospesa causa Covid-19; ma purtroppo norme tra loro contraddittorie non chiariscono se è possibile avvalersi sia delle misure straordinarie per la rinegoziazione mutui sia di quelle per la sospensione delle quote di capitale delle rate dei mutui. È assolutamente necessario un intervento chiarificatore che lo permetta, anche perché i benefici di queste misure allevierebbero l’esposizione debitoria, cosa certamente più importante per gli enti in dissesto e ovviamente più bisognosi di sostegni per offrire i servizi ai cittadini, alleggerendo i pesanti vincoli a cui sono soggetti. È ingiusto e sbagliato che gli enti in dissesto vengano penalizzati due volte: primo per gli insufficienti interventi proposti per i comuni e poi perché si trovano in stato di bisogno e dunque scartati da interventi di sostegno che invece valgono per gli altri enti. Così non può funzionare perché a pagare il prezzo maggiore sarebbero gli ignari cittadini catanesi e delle altre realtà dei comuni dissestati. Devo dire che a questa nostra segnalazione, ho trovato convinto riscontro e sostegno sia dai capigruppo dei parlamentari nazionali e sia dal presidente dell’Anci nazionale e sindaco di Bari Antonio De Caro, dal coordinatore dei primi cittadini metropolitani Dario Nardella e dal presidente dell’Anci Sicilia e sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Rimango fiducioso che in sede di conversione del DL e in altra modalità amministrativa, ci possano essere i chiarimenti dovuti che consentano di rimediare a tale gravi incongruenze nell’interesse dei cittadini e del Comune di Catania e tutti gli altri enti locali in dissesto”.

Fonte foto: Comune di Catania

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