Covid-19 e carceri: è il caos! Il commento dell’avvocato Francesco Strano ad A1N

Le numerose polemiche che ruotano attorno alla scarcerazione “eccezionale” di alcuni boss della mafia detenuti in regime di 41 bis, ci spingono ed un po’ anche impongono di far chiarezza sulla questione altamente delicata quale quella delle condizioni dei detenuti nelle carceri italiane, soprattutto al tempo della pandemia globale che stiamo affrontando.
Per mettere un po’ d’ordine alle idee confuse che rischiano di creare giudizi inesatti nel contenuto e superficiali nell’intenzione, ci siamo affidati all’avvocato Francesco Strano Tagliareni, illustre ed esperiente esponente dell’Avvocatura Penale Catanese.
In modo diretto e senza troppi giri di parole gli abbiamo chiesto se e quale fosse il decreto del Governo che aprirebbe le porte degli istituiti di pena e di custodia per i mafiosi, consentendo loro di lasciare, dunque il carcere.
“Non esiste alcun Decreto del Governo che decide o autorizza che i detenuti, tra cui quelli al 41 bis, vadano a casa. Chi decide, nel caso di specie e secondo quanto previsto dalla legge già esistente, dunque, precedente all’emergenza sanitaria in atto, sono sempre i giudici, siano essi la Magistratura di Sorveglianza o i Giudici di Merito. Ci tengo a dire, preliminarmente, che le ipotesi che in tal senso sono state fatte, sono ipotesi remote. Di fatto, mi risulta che sul numero di istanze presentate, forse quattro o cinque siano state accolte, non di più. Inoltre, i provvedimenti di cui si discute, sono provvedimenti adottati in una situazione di emergenza; questo vuol dire che il loro ambito di applicazione ha una durata, appunto, limitata allo stato di emergenza. Ciò significa che nei casi limitati e sporadici in cui vengono concessi la detenzione domiciliare o gli arresti domiciliari, al termine dell’emergenza, i beneficiari torneranno immediatamente in carcere a finire di scontare la loro pena. I casi in cui è stato concesso il beneficio, altro non sono che frutto della mera applicazione della legge da parte dei giudici: legge, occorre dirlo e ribadirlo, preesistente allo stato di pandemia”.
L’avvocato Strano ci spiega in modo chiaro la ratio che sottintende alla possibilità data ad un detenuto di beneficiare della detenzione (o degli arresti in caso di custodia) domiciliare.

“La legge prevede già che i detenuti che hanno patologie tanto gravi da risultare incompatibili con la detenzione in carcere, possono chiedere la concessione del beneficio, che non viene concesso mai in modo automatico ma solo a seguito di tutta una serie di indagini utili al fine di accertare sia l’effettiva incompatibilità dello stato di salute con il regime carcerario, che la congruità del luogo in cui il beneficiario potrà scontare la pena. Quello che è stato fatto altro non è che fornire, ai giudici, un ulteriore metro di giudizio per valutare tale incompatibilità, caso per caso, ed in situazioni di grave malattia cronica, allorché, la prosecuzione della pena presso il carcere condurrebbe alla conseguente morte in caso di contagio da Coronavirus. Voglio ricordare che i detenuti che possono accedere alla concessione del beneficio sono ultrasettantenni e/o con un residuo di pena da scontare inferiore ai 18 mesi, oltre che ai malati cronici, dunque quando v’è, in tal senso, incompatibilità vale per tutti i detenuti”.
L’empatia e l’esperienza dell’avvocato Strano, ci invitano a valutare un ulteriore aspetto della vicenda: quello relativo al sovraffollamento delle carceri. Lo stesso avvocato Strano ci ricorda che l’Italia è stata più volte sanzionata dalla Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) per la condizione in cui versano le nostre carceri, pessime ed insostenibili.
Nel ringraziare l’avvocato Francesco Strano Tagliareni, del foro di Catania, per il suo prezioso contribuito, ricordiamo a noi e a tutti che la posizione degli avvocati è sempre molto difficile, soprattutto in simili situazioni, in cui, a volte, risulta complicato scindere il giudizio professionale da quello morale di comune cittadino, proviamo anche a separare le questioni e le critiche politiche dal senso di umanità che non deve mai smettere di accompagnare ogni nostro giudizio.

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