Un medico nascondeva beni archeologici in casa propria. Un dottore di Gela, nel nisseno, di 66 anni è stato denunciato dalla Guardia di Finanza per essersi impossessato illecitamente di beni culturali appartenenti allo Stato e ricettazione. All’interno di teche di cristallo sono stati trovati 64 reperti archeologici datati dal VII al I secolo a.C. e un boccaletto monoansato risalente all’Età del Bronzo. Scatta il sequestro di vasi, brocche, piccole anfore, una statuetta, un timbro tondo con funzioni decorative, un piccolo vaso con corpo globulare, una coppa profonda per bevande, una piccola scultura con raffigurazione divina, un poppatoio, una lucerna con invetriatura di età islamica e un’altra di età romana, diverse anfore di derivazione sia orientali che greche, alcune ampolle di stampo ellenistico e coppe da vino a vernice nera risalenti a differenti periodi storici nonché moltissime monete di età greca, romana e medievale. Un archeologo ha confermato l’autenticità dei reperti che sono stati affidati, in attesa dell’assegnazione definitiva, alla Soprintendenza di Caltanissetta.
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