Il governo guidato da Mario Draghi si sottopone oggi al giudizio della Camera che, nelle prossime ore, bissando il verdetto del Senato accorderà un’ampia fiducia al nuovo esecutivo.
Da domani in poi, quindi, l’ex Presidente della BCE e i suoi ministri potranno iniziare, compiutamente, l’azione di governo per realizzare l’agenda enunciata a Palazzo Madama. La prima sfida da affrontare, ha affermato con forza Draghi, è quella della lotta alla pandemia. Una lotta da portare avanti, secondo il Presidente del Consiglio, con profondo senso di responsabilità, nella convinzione che “l’unità non è un’opzione ma un dovere”. L’impegno per un’efficace campagna vaccinale, quindi, è il primo punto all’ordine del giorno, ma altrettanto importanti sono le riforme che guardano all’economia, alla giustizia, alla società e all’ambiente. Tali riforme, infatti, sono indispensabili per l’erogazione dei fondi europei garantiti dal Recovery Fund. Senza dimenticare, poi, che servirà un’azione immediata per sostenere categorie e cittadini maggiormente colpiti dalla crisi. Altre scelte importanti, poi, saranno quelle legate alla conferma, o meno, di personalità ed organismi che, insieme al precedente governo, hanno fin qui gestito l’emergenza.
La prospettiva futura, quella riguardante le nuove generazioni è stata più volte richiamata da Mario Draghi. L’intenzione del governo, facendo presa sulla cosiddetta unità nazionale, sarà quella di muovere i primi passi verso il domani, dando il via a cambiamenti ed innovazioni che incideranno nei prossimi decenni del nostro paese. Il nuovo esecutivo, quindi, camminerà su un doppio binario, sarà impegnato in azioni con effetto immediato ed in interventi che guarderanno al futuro.
Fin qui le parole e le “buone intenzioni”, adesso però bisognerà capire in che modo il governo vorrà raggiungere gli obiettivi prefissati: tante le incognite, numerose le perplessità. Innanzitutto quella dell’eterogeneità delle forze di maggioranza, alcune delle quali storicamente avverse. Il merito dei provvedimenti, infatti, potrebbe spesso creare divisioni, scontri e aspri dibattiti non solo in aula, ma anche all’interno del Consiglio dei Ministri. Certo, un ruolo importante lo giocheranno il Presidente e i Ministri tecnici, però questa situazione, a lungo andare, potrebbe diventare logorante. Ma le domande più importanti sono quelle che si pongono cittadini, famiglie ed imprese. Nonostante il discorso in Senato sia stato piuttosto “istituzionale”, ed abbia in molti casi solo “sfiorato” il merito delle questioni, sono emersi alcuni dettagli che attirano l’attenzione, che danno un indizio su quali potrebbero essere le misure governative.
Guardando, ad esempio, alle piccole e medie imprese, vero pilastro dell’economia italiana, che sono indubbiamente le realtà più colpite dalla crisi economico-pandemica, fa riflettere questo passaggio delle dichiarazioni di Mario Draghi: “Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”. Ci si chiede, allora, come queste attività dovranno cambiare, se e quanto saranno supportate dallo Stato in questa “irrinunciabile” opera di cambiamento.
Che si debba innovare, che si debba cambiare, che si debba marciare compatti verso il futuro è indubbio, ma come lo si vorrà fare? Il cambiamento farà rima con il sacrificio di talune attività? Sarà portato avanti snaturando il DNA socio-economico del Belpaese? Domande che, specie in questi tempi difficili, fanno tremare le vene e i polsi, domande alle quali l’esecutivo dovrà rispondere al più presto.
La sfida alla quale è chiamato il governo Draghi è davvero ardua, l’epoca che stiamo vivendo sarà fondamentale per definire prospettive e orizzonti del nostro secolo. L’augurio è che lo si farà guardando all’Europa e al mondo, ma senza dimenticare specificità, pregi e caratteristiche irrinunciabili dell’Italia.