Inchiesta “Mazzetta Sicula”: rinvio a giudizio per i Leonardi e altri 6 imputati

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Novità nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula“. Il Gup di Catania, Filippo Castronuovo, ha rinviato a giudizio gli imprenditori Antonino e Salvatore Leonardi, titolari della Sicula Trasporti che è in amministrazione giudiziaria, e altri sei imputati. I due furono arrestati il 4 giugno scorso dalla Guardia di Finanza etnea nella suddetta operazione che portò a misure cautelari ai danni di 9 persone responsabili – a vario titolo – di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Nello specifico gli imprenditori sono accusati di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e getto pericoloso di cose.

La prima udienza si terrà l’11 febbraio 2021 davanti alla terza sezione penale del Tribunale locale. A processo anche gli imprenditori Francesco e Nicola Guercio, il funzionario dell’Arpa Vincenzo Liuzzo, il consulente Giovanni Orazio Messina, il dipendente di Sicula Trasporti Marco Morabito e Giancarlo Panarello. Hanno ottenuto l’accesso al patteggiamento due imputati: i responsabili dell’impianto di compostaggio Pietro Francesco Nicotra e di quello del trattamento Francesco Zappalà. Il funzionario del Libero Consorzio di Siracusa, Salvatore Pecora, e Filadelfo Amarindo – che ha deciso di collaborare con la giustizia – saranno processati col rito abbreviato. La prima udienza è stata fissata per il 16 marzo 2021.

A giudizio pure le società Sicula Trasporti, Sicula Compost, Gesac, Edile Sud, Leonhouse Immobiliare ed Eta Service. In qualità di parti civili figurano il Ministero dell’Ambiente, l’Arpa, il Libero Consorzio di Siracusa, l’associazione Legambiente e i Comuni di Lentini, Carlentini e Catania.

L’accusa ha scoperto “un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani”. La gestione della discarica, inoltre, sarebbe stata “orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con gli Enti locali pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle autorizzazioni amministrative”.

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