Insularità in Costituzione: che sia una vera svolta

Regione;

Il Senato, con una votazione all’unanimità, ha approvato il Ddl costituzionale di iniziativa popolare per la modifica dell’articolo 119 della Costituzione Italiana al fine di riconoscere il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità. Adesso saranno necessari altri tre passaggi, due a Montecitorio ed uno a Palazzo Madama, affinché la modifica sia effettiva. Tuttavia, visto il peso politico di questa votazione, il solco sembra tracciato e l’esito sostanzialmente scontato. Un intervento atteso da decenni, come ha sottolineato lo stesso presidente siciliano, Nello Musumeci, che può offrire importanti occasioni di crescita, innovazione e superamento dei gravi ed atavici problemi per tutte le isole del nostro Paese.

Ognuno faccia la sua parte

Appare, però, evidente che questo importante passaggio istituzionale da solo non basterà, che sarà necessaria una sinergia tra governo centrale ed enti locali, che tutte le istituzioni locali dovranno fare la loro parte. Il riconoscimento costituzionale, fondamentale ed indispensabile, dovrà essere il seme da cui far germogliare buoni frutti. Quella dell’insularità sarà una svolta storica per tanti territori italiani? A determinarlo dovranno essere, soprattutto, siciliani, sardi e via discorrendo, con le istituzioni in testa.

La storia, purtroppo, non lascia dormire sonni tranquilli, visto che, ad esempio, lo status di regioni a statuto speciale – in Sicilia e Sardegna – non è mai stato sfruttato come opportunità di sviluppo e di crescita. Guardando a ciò che, invece, è stato fatto in Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia verrebbe da mettersi le mani nei capelli, o da strapparseli fino a diventare calvi.  Sì, perché in questi anni lo statuto speciale, oggetto misterioso per molti, è stato tirato in ballo solo per inderogabili esigenze come quella di postergare il giorno delle elezioni rispetto all’appuntamento nazionale…

Se davvero si vogliono sfruttare i vantaggi derivanti dalla prossima modifica dell’articolo 119, insomma, serviranno quella capacità di programmazione e quella lungimiranza che la politica locale raramente ha potuto vantare. E si dovranno, soprattutto, mettere una volta per tutte al bando corruzione, clientelismo, logiche nepotistiche. Il riconoscimento dell’insularità, che sia chiaro, non dovrà essere la mangiatoia per pochi disonesti travestiti da furbetti.

 

 

 

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