Messina, visite in nero: accusati tre medici dell’ospedale Papardo

I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno sequestrato oltre 65.000 euro a tre dirigenti medici in servizio nell’ospedale Papardo. I coinvolti sono accusati – a vario titolo – di peculato, truffa aggravata e falso in atto pubblico. Un soggetto è già sospeso dalla professione dal 9 settembre. Per due indagati è stato accertato che sistematicamente in uno studio privato venivano effettuate visite non autorizzate. Contestato ai medici di aver ricevuto dai pazienti pagamenti in contanti e aver attestato visite prestate in ospedale mentre le persone venivano ricevute in uno studio privato e per aver intascato indebitamente l’indennità “di esclusività” del rapporto d’impiego pubblico e le somme percepite per quella parte di attività svolta regolarmente all’interno delle mura ospedaliere.

Per il terzo indagato il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto sussistente l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’ente pubblico. Il soggetto prendendo l’indennità di esclusività avrebbe frodato il datore di lavoro. Il denaro ricevuto è stato sequestrato. L’attività intramuraria prevede che l’utenza prenoti la visita tramite il Centro Unico di Prenotazione della struttura aziendale e prima dell’effettuazione della prestazione il paziente provveda al pagamento all’ufficio ticket dell’importo dovuto, secondo il tariffario predeterminato dall’ospedale. Nella quasi totalità dei casi, i pazienti hanno confermato di aver effettivamente versato in contanti, nelle mani dei professionisti o loro collaboratori, importi da 80 a 150 euro, senza aver effettuato alcuna prenotazione al CUP e senza ricevere, all’atto del pagamento, alcuna ricevuta.

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