Palermo, sparatoria al quartiere Zen: altri quattro fermati

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Risvolti nell’ambito del caso sulla sparatoria avvenuta al quartiere Zen di Palermo. Gli agenti della squadra mobile locale eseguono altri quattro fermi dopo gli arresti di qualche giorno fa. Un commando ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco ai danni di Giuseppe Colombo e dei figli Antonino e Fabrizio. Due soggetti sono stati fermati in precedenza per l’agguato: Letterio Maranzano, 35enne rimasto ferito e successivamente condotto all’ospedale Villa Sofia, e il fratello Pietro di 21 anni. Nei confronti degli altri quattro indagati sussiste pure l’aggravante del metodo mafioso. La Dda sta coordinando l’inchiesta che ha portato alla luce una faida tra i Colombo e Maranzano. La rivelazione di una donna – una familiare dei Colombo – ha consentito di comprendere le dinamiche della “guerra” sorta fra i due clan. L’arresto di Giuseppe Cusimano, considerato il nuovo boss del quartiere Zen, ha reso insostenibile la convivenza tra le due fazioni. I Maranzano stavano preparavano il raid contro i Colombo. Provvidenziale la chiamata al 112 effettuata dalla signora che ha spiegato le intenzioni del primo gruppo. “Vi prego, stanno per succedere cose gravissime allo Zen” ha riferito alle forze dell’ordine. Litterio Maranzano e suo fratello Pietro avrebbero sparato. Lo Stato adesso ha posto sotto protezione la donna che ha rivelato i nomi dei responsabili del tentato omicidio e spiegato anche il movente dell’agguato.

AGGIORNAMENTO

Un’azione così violenta e dimostrativa, incurante di quello che poteva succedere non si era mai registrata. In quel quartiere abbiamo avuto fatti anche più cruenti ma le azioni non avevano mai avuto questo impatto devastante“. Lo ha riferito il capo della Squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti.

“Si tratta di un gruppo paramilitare che si è organizzato per uccidere i Colombo e rischiava in pieno giorno di creare danno anche a persone che transitavano. Serviva a dimostrare la forza militare di Maranzano e degli odierni arrestati. Si sono presentati con più macchine e motori e, dopo una prima dimostrazione di forza hanno iniziato a sparare all’impazzata. Speravano in una completa omertà da parte delle vittime bersaglio dei loro colpi, che abbiamo registrato. È stata un’azione di forza organizzata per terrorizzare le vittime. Il clima allo Zen resta abbastanza ostile, restiamo in allerta. Ci sono altre persone che abbiamo indicato come partecipanti alla sparatoria. È stata una vera e propria operazione antimafia, abbiamo colpito il sottobosco che alimenta la famiglia mafiosa dello Zen. I Maranzano sono soggetti ben conosciuti, soggetti emergenti forti in quel territorio e quell’episodio doveva essere una dimostrazione di forza nei confronti del quartiere ma anche delle forze dell’ordine“.

Scatta il carcere per Giovanni Cefali (62 anni), Nicolò Cefali (24 anni), Vincenzo Maranzano (49 anni) e Attanasio Fava (37 anni).

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