PNRR Sicilia: verso la conciliazione, ma le preoccupazioni restano

Crias; PNRR

Sembra destinato a ricucirsi lo strappo tra il governo regionale siciliano e l’esecutivo nazionale sui progetti da finanziare con i fondi del PNRR.

Fondi PNRR: la quiete dopo la tempesta

Dopo l’aperto scontro istituzionale dei giorni scorsi, che aveva coinvolto l’Assessore Scilla e il Ministro Patuanelli, si sta infatti lavorando per trovare una sintesi. Mercoledì è in programma un incontro istituzionale tra i due, al fine di trovare un accordo che soddisfi tutti e che permetta al comparto agricolo siciliano di godere dei fondi stanziati dalla UE. Sarebbero, inoltre, risolte le criticità relative alla piattaforma multimediale DANIA, predisposta dal governo nazionale per l’inserimento dei progetti. A dirlo è l’Assessore Scilla, nel comunicato diffuso dopo il vertice in Terza Commissione Attività Produttive.

Nel frattempo arrivano notizie positive da un altro fronte, quello della rigenerazione urbana, per il quale la Sicilia avrà a disposizione 116 milioni. A sancirlo il decreto firmato ieri da Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili.

Oltre lo scontro istituzionale: le preoccupazioni per una Sicilia sempre alla ricerca di un rilancio restano

Quanto avvenuto in questi giorni, tuttavia, fa scaturire delle inevitabili riflessioni. La bocciatura dei progetti per l’agricoltura, pare ormai assodato, è stata determinata da errori, sviste e leggerezze di carattere tecnico – burocratico che vanno oltre l’aspetto concreto degli stessi. Una bocciatura, quindi, figlia delle mancanze del comparto tecnico, ovvero quello chiamato a “mettere le mani in pasta”. Una criticità che pesa come un macigno, che rischia di frenare ulteriormente la Sicilia, e sulla quale la classe politica e dirigenziale dovrà intervenire, senza se e senza ma.

Tuttavia, d’altra parte, non resta immune da critiche il governo centrale. A cominciare dallo stesso meccanismo pensato per ideare ed approvare i progetti del PNRR, da più parti definito fin troppo “cervellotico” e figlio di quel virus da burocrazia che fa arenare il nostro Paese. Sullo sfondo, poi, c’è uno scontro politico interno alla variegata maggioranza che sostiene il governo Draghi. Uno scontro spesso silente ma che cova sotto la cenere e che, ad esempio, si sta manifestando e potrebbe manifestarsi ancor di più in futuro, sulla nota questione Intel e sulla corsa a due tra Catania e Torino.

L’immagine che ne viene fuori, ancora una volta, è quella di una politica – nazionale e locale – incapace di essere politica nel senso più alto del termine. Una mancanza che, nei tempi difficili, che stiamo vivendo emerge con maggiore forza, contribuendo ad azzerare la fiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni. Sulla base di queste premesse l’astensionismo elettorale, sebbene sempre negativo e controproducente, non è poi un fenomeno tanto difficile da capire e contestualizzare.

 

 

 

 

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