Pogliese, sindaco di Catania ad A1N: “C’è un’emergenza sociale drammatica. Ci auguriamo che lo Stato provveda”

Sant'Agata; pogliese

Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni della spinosa tematica Coronavirus. Un’emergenza che non riguarda solo la sanità ma tutti i settori. Il primo cittadino catanese ci racconta come sta agendo il Comune e qualche aneddoto personale.

Catania come sta affrontando questa crisi?

“Io credo che Catania stia affrontando questa crisi in maniera sicuramente responsabile dopo una fase iniziale di non percezione della gravità del fenomeno ritengo di poter dire senza timore di smentita che i catanesi abbiano percepito quello che stava accadendo soprattutto in altre realtà territoriali. Penso a quelle drammatiche immagini che provenivano da Bergamo con i camion dell’esercito che trasportavano le bare dei nostri connazionali morti a causa del Covid-19. Quindi probabilmente quello che si registrava in Lombardia, in Emilia-Romagna, in Piemonte e in Veneto ha fatto percepire la gravità del fenomeno convincendo coloro i quali erano un po’ refrattari al rispetto delle norme che era opportuno farlo. Per cui io ritengo di dover ringraziare i miei concittadini. Ovviamente le pecore nere e le mele marce ci sono in tutti i greggi e cesti ma credo che ciò rappresenti una sparuta minoranza. Se è vero, come è vero, che i controlli capillari dalle forze dell’ordine in assoluta sinergia tra loro certificano come soltanto il 5% delle persone fisiche fermate… si parla di decine di migliaia che sono state oggetto di provvedimenti amministrativi o penali. Solo il 2.5% per quanto riguarda gli esercizi commerciali. Quindi le percentuali confermano ciò che ho detto. Fra le altre cose Catania, pur avendo ricevuto la non qualificante medaglia d’oro a livello regionale sul numero dei contagi, non ha registrato così come in tutta la nostra isola quelle crescite esponenziali che tutti temevano dopo il fenomeno di rientro in Sicilia di decine di migliaia di nostri concittadini da altri nazioni e regioni. Le prescrizioni hanno funzionato. Cominciamo a guardare la luce in fondo al tunnel. Ciò significa che dobbiamo rispettare ancora di più le prescrizioni per non vanificare ciò che di buono fin ora è stato fatto”.

Difficoltà a fare il tampone: ha registrato anche lei episodi di questo genere, si è attivato qualche provvedimento?

“Piccoli ritardi ci sono stati ma ribadisco che nessuno mai poteva immaginare quello che sarebbe accaduto. La stessa sanità sta agendo in maniera significativa anche per contenere questi tempi dalla richiesta del tampone all’espletamento di tutte le procedure sanitarie”.

Economicamente la situazione del Comune non era facile per il dissesto. Quanto la preoccupa, alla fine dell’emergenza Coronavirus, ciò che vivrà la città?

“Oggettivamente sono molto preoccupato perché Catania così come moltissimi comuni del sud è una città all’interno della quale vi sono decine di migliaia di persone, quindi famiglie, che vivono all’interno del mondo del sommerso e quindi tutti questi si sono visti azzerare il proprio reddito senza tutele aggiuntive da parte dello Stato o dell’Inps. Quindi c’è un’emergenza sociale drammatica in questa città oltre al Covid-19. Penso anche al commercio, al turismo e in realtà a quasi tutti i settori economico-produttivi. Anche il mondo dei liberi professionisti sta vivendo un dramma aggiuntivo. Ecco perché mi auguro che ci possano essere da parte dello stato centrale del provvedimenti coerenti rispetto alla gravità di quello che è accaduto per non far rimanere indietro nessuno. Il Comune di Catania, pur essendo tra i Comuni in dissesto, ha fatto molto. Lo dico con presunzione ed orgoglio, siamo stati tra i primi in Italia a sospendere la Tari, cosa che per noi non è certamente indolore. Abbiamo esonerato per un periodo di tempo anche tutti gli esercenti per le tasse di pagamento del suolo pubblico, sospeso il pagamento delle rette degli asili nido. Abbiamo determinato nuovi termini di pagamento delle bollette dell’Asec Trade della Sidra, gas ed acqua. Abbiamo sospeso la prima rata della tassa di soggiorno. Abbiamo dato sostegno agli invisibili ovvero i senza fissa dimora. Abbiamo anche progettato una raccolta tramite una piattaforma online attraverso un conto corrente dedicato Catania aiuta Catania. Abbiamo avuto una eccezionale risposta dai catanesi, oltre 1.300 adesioni, 180mila euro raccolti. Ebbene io lo dico con presunzione e orgoglio: in cinque giorni dalla domenica mattina in cui abbiamo avviato la piattaforma online, abbiamo raccolto le risorse, espletato le procedure amministrative per la gara dei fornitori dei pacchi di generi alimentari, costituiti fra le altre cose all’80% di prodotti siciliani per il bene della nostra economia, è stato pubblicato l’avviso e abbiamo controllato le domande dei nostri concittadini, oltre 2mila fino ad oggi, ed abbiamo consegnato i primi 500 pacchi, in cinque giorni. Mi permetto di dire che neanche in una società privata si sarebbero registrati questi tempi così ristretti ma era giusto farlo, siamo lieti di questo. Però voglio soprattutto ringraziare i catanesi per il grande gesto di solidarietà concreta che hanno compiuto”.

Personalmente qual è stata l’emozione più forte in positivo e in negativo che ha trovato in questi giorni?

“Non le nascondo che il sorriso e le parole che mi ha voluto riservare Giuseppe, è giusto che ricordi soltanto il nome di battesimo, si tratta della prima persona che ha ricevuto il pacco di generi alimentari venerdì in tarda mattinata, ha ripagato stanchezza, delusioni e preoccupazioni di queste giornate. Sono state parole bellissime. Mi ha detto, anche davanti alcuni giornalisti, che aveva formalizzato la domanda giovedì tanto per farla ma non aveva alcuna speranza di potere ottenere quel sostegno, nonostante faccia parte di una famiglia in cui lui e sua moglie hanno problemi oggettivi nel comprare ogni due giorni il pane. Il venerdì è stato contattato telefonicamente della protezione civile e un’ora dopo è avvenuta la consegna del pacco. Le parole sono state molto emozionanti e ripagano di delusioni e mille preoccupazioni. Delusione? Certamente le minacce che ho ricevuto su Facebook con le preoccupazioni che hanno determinato, non nel sottoscritto che è abituato a queste emergenze, ma soprattutto nella mia famiglia: leggere negli occhi dei miei figli e di mia moglie la preoccupazione. Perché uno di quei soggetti si era permesso di dire che sarebbe venuto a casa mia e quindi ovviamente quando i miei figli hanno visto il video nel loro telefonino recapitato da qualche loro compagnetto chiaramente in bambini di 8 e 10 anni hanno procurato preoccupazione. Non sono stati momenti facili, devo ringraziare il Prefetto e il Questore che in tempi assolutamente ristretti hanno provveduto di eliminare il problema soprattutto di evitare le speculazioni che in questi casi si registrano puntualmente. Lo stesso è accaduto a Palermo, a Paternò. I sindaci sono interlocutori più diretti di qualsiasi tipo di emergenza sociale. Quindi è un fatto assolutamente fisiologico che sta accadendo ovunque soprattutto nel sud Italia. Quei giorni sono stati particolarmente intensi e hanno determinato problemi aggiuntivi per la mia famiglia”.

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