Editoriale | Sbarchi a Messina e Coronavirus: l’istinto animale e il rispetto (che non c’è) delle regole

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Il trionfo dell’istinto animale sulla razionalità e sul rispetto delle regole negli sbarchi a Messina di queste ore. Un lungo capitolo andrebbe aperto su quanto è accaduto tra ieri sera e stanotte di estremamente grave tra Villa San Giovanni e Messina sul fronte degli sbarchi in direzione Sicilia, probabilmente a seguito della firma sui vari provvedimenti che dalla chiusura delle attività alle restrizioni negli spostamenti tra diversi Comuni ha segnato un nuovo punto di svolta nella vita degli italiani nell’epoca del Coronavirus. La conseguenza pare sia stata un nuovo esodo verso il sud, nuove code per prendere il traghetto e ritrovarsi in Sicilia, nell’isola in cui Nello Musumeci ha chiamato prima l’esercito e poi adottato ulteriori misure chiedendo alla popolazione sacrifici e restrizioni al fine di rallentare il contagio da Covid-19. Quello che si è verificato tra il 22 e il 23 marzo del corrente anno è un capitolo che rimarrà scritto nella storia dell’umanità per chi vorrà leggerlo dando il giusto peso ai fatti. Un esodo dal sapore di recidività, di noncuranza delle norme. Non vorremmo dire che tutto questo sia vanificato dal trionfo degli istinti egoistici personali ma siamo costretti a farlo. In Sicilia, nel corso di questi giorni tanto difficili, si è raccontato già di episodi di contagio tra parenti di persone arrivate nel corso dei due precedenti esodi dal nord al sud Italia delle scorse settimane. Ieri si era registrato un fermo in varie stazioni, soprattutto quella di Milano, per molti soggetti intenzionati a prendere un treno e “scendere” a casa. Fermo che evidentemente non è bastato.

Si accende così un’altra polemica. In un primo momento il presidente della Regione, Nello Musumeci pubblica un post di denuncia di quanto stava accadendo. Poi racconta, sempre sui social, di un dialogo portato avanti in quei minuti con la prefettura messinese per impostare una sorta di muraglia che impedisse gli sbarchi a Messina da oggi in avanti. Anche il sindaco di Messina ha espresso preoccupazione in merito alle vicende accadute. Al di là del blocco o meno, ciò che realmente va denunciato, ciò che assume una gravità inaudita che supera ogni altro elemento di analisi è il comportamento di molte persone, assolutamente scriteriato. Non c’è solidarietà tra cittadini del mondo. Naturalmente, in mezzo a questa furia degli istinti ci sarà stato qualche soggetto che in viaggio per motivi lavorativi o di salute e ricordiamo che in questi casi viaggiare è consentito. Da domani che sia tardi o meno per evitare l’aumento dei contagi, ce lo diranno solo i prossimi bollettini, si spera che saranno solo i soggetti con necessità comprovate a spostarsi. Per rispetto, termine volutamente ricorrente, nei confronti di chi da giorni ormai conduce una vita nell’osservanza di parametri di libertà stringenti per il bene del Paese intero. Arriverà anche il momento di valutare le responsabilità di chi doveva far rispettare decreti e disposizioni mentre, immaginiamo, provvedimenti saranno presi nei confronti di chi ieri si è messo in moto verso la Sicilia senza una ragione ritenuta urgente, acquisendo immagini di videosorveglianza.

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