Scoperta nel siracusano, rinvenuto relitto di un’antica nave

La Soprintendenza del Mare ha scoperto un sito archeologico sommerso nel fondale marino antistante Ognina, a Siracusa. Si tratta di una nave oneraria: un’imbarcazione adibita a traffici commerciali, contenente un ingente carico di ceramiche da mensa di epoca tardo antica.

I rinvenimenti sono venuti alla luce dopo alcune immersioni subacquee, autorizzate e coordinate dalla Sopmare ed effettuate dai subacquei altofondalisti Fabio Portella e Stefano Gualtieri con il contributo dell’associazione Capo Murro Diving Center di Siracusa.

Il relitto è stato rinvenuto al largo di Ognina ad una profondità di circa 75 metri e si trova posizionato in un vasto areale caratterizzato da un fondale prevalentemente pianeggiante costituito da sabbia mista a fanghiglia. Le parole del Soprintendente del mare in Sicilia, Valeria Li Vigni.

“Abbiamo disposto e coordinato il recupero di due reperti individuati dall’archeologo della Soprintendenza del Mare, Fabrizio Sgroi quali elementi diagnostici del carico del relitto sulla scorta di una sommaria descrizione degli scopritori. I due reperti, che presentano notevoli incrostazioni, consistono in una ciotola a doppio manico con coperchio e in una brocca a forma di campana. La Sopmare svolge da anni un lavoro capillare di sensibilizzazione e di collaborazione con i diving che ha fornito risultati sempre più incoraggianti e in costante evoluzione. A breve procederemo con la definizione di un rilievo sistematico del relitto per studiarlo più approfonditamente”.

Parla anche l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà. “La collaborazione dei diving nell’individuazione del relitto testimonia la bontà e l’efficacia di una politica di costante sensibilizzazione e promozione verso il territorio e l’enorme ricchezza sommersa. Occorre sempre più lavorare perché vi sia una presa di coscienza, sempre più generalizzata e diffusa, della necessità di tutelare il patrimonio identitario e valorizzare le nostre ricchezze che sono alla base di uno sviluppo culturale ed economico capace di contribuire a far crescere, peraltro, un’offerta sempre più qualificata”.

La localizzazione pone il relitto lungo la direttrice di uno dei due cavi elettrici che, nel 1912, sono stati messi in posa sul fondale dalla ditta Pirelli su commissione del Governo italiano per collegare la Sicilia alla Libia con i due rispettivi approdi finali a Tripoli e Bengasi.

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