Traffico di droga dalla Campania a Palermo: smantellata associazione

Smantellato traffico di spaccio di sostanze stupefacenti a Palermo nell’ambito dell’operazione “Sister White“. Sono tredici le persone, di cui molti extracomunitari di nazionalità nigeriana, destinatarie di un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto eseguito dalla Polizia su provvedimento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo.

L’operazione scaturisce dopo le indagini di Polizia Giudiziaria – curate dagli investigatori della Sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione” della Squadra Mobile locale avviate ad aprile 2020 – che hanno individuato un’associazione a delinquere di tipo gerarchico e piramidale. A capo del gruppo criminale due nigeriani con precedenti specifici in materia di droga, regolarmente sul territorio nazionale e beneficiari del reddito di cittadinanza, coadiuvati da altri cinque connazionali insieme a un cittadino italiano.

I MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE

Joseph Nnodu Onwujiobi chiamato Oga Joe (ovvero Capo) era l’intellettuale del team che si occupava anche di individuare i legali per difendere gli eventuali arrestati e fungeva da collante con gli altri membri del vertice. Emmanuel Solomon Gukas gestiva l’asse tra fornitore, acquirente e pusher e grossi quantitativi di sostanze stupefacenti tramite l’ausilio di corrieri e ovulatori. Christopher Odoh aveva un proprio business illegale e si affidava all’associazione e ai suoi mezzi al fine di garantirsi la disponibilità di droga da rivendere e liquidità economica – se fosse necessaria -, nonché canali di approvvigionamento. John Okaofor (detto “Big Shark”) intratteneva i rapporti con gli ovulatori e conservava molti quantitativi di stupefacenti. Mary Irriah custodiva nella sua abitazione la droga e i profitti della sua rivendita ma fungeva anche da corriere. Morgan Steven e Collins Ewanyaho erano spacciatori che si occupavano della vendita al minuto agli assuntori. L’italiano Gioacchino Scaglione svolgeva compiti logistici e faceva l’autista del team accompagnando i membri dei vertice nei luoghi che desideravano.

LA DIFFUSIONE E IL TRASPORTO DEGLI STUPEFACENTI

Dalle investigazioni emerge il traffico di droga (cocaina ed eroina) che arrivava nel capoluogo siculo prevalentemente dalla provincia di Napoli. Da Palermo, poi – oltre a essere smistata sulla piazza di spaccio locale – raggiungeva anche i comuni di Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Licata. Nei posti gli incaricati alla commercializzazione al dettaglio erano rispettivamente gli italiani Leonardo Casano e Antonino Barbera nonché la connazionale Precious Edidhala chiamata “Cindy”. Per quanto concerne il trasporto l’associazione – come già accennato in precedenza – si avvaleva di corrieri che viaggiavano a bordo di pullman di linea o treni. Questi soggetti occultavano la sostanza stupefacente in confezioni di bagnoschiuma precedentemente svuotate, fra gli indumenti, all’interno di parti intime o ingerite, salvo confezionamento in ovuli anche in 50 alla volta.

Gli spacciatori poi nascondevano le dosi in bocca per consegnarle agli acquirenti che arrivavano nei posti indicati tramite mezzi elettrici o biciclette. Lo spaccio era prevalentemente concentrato nel centro storico di Palermo e soprattutto fra le vie del quartiere di Ballarò e della Stazione centrale – via Oreto. L’ordine e il trasporto della droga era possibile con l’uso di parole “in codice”. I provvedimenti restrittivi della libertà personale sono stati eseguiti in varie parti del Sud Italia, da Palermo sino a Castel Volturno (NA), con il supporto del personale delle Squadre Mobili di Napoli e Trapani. I destinatari sono stati associati nelle case di reclusione di competenza territoriale.

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