Truffa nei Nebrodi, operazione “Malaffare”: maxi sequestro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno condotto l’operazione “Malaffare” relativa al settore delle indebite percezioni dei finanziamenti pubblici, europei e regionali. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica nel Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno provocato la segnalazione all’Autorità Giudiziaria di otto persone ritenute responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il Tribunale in questione ha disposto il sequestro di beni e denaro per un valore di oltre 1,2 milioni di euro.

La frode riguarda i fondi per l’ammodernamento di un capannone aziendale, ubicato nella zone dei Nebrodi e nello specifico sul territorio di Montalbano Elicona. I criminali hanno ottenuto cospicue risorse finanziarie pubbliche. Gli inquirenti economico-finanziari della Tenenza di Patti hanno scoperto che le fatture presentate all’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina e all’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) erano emesse da fornitori compiacenti con importi “gonfiati” per costi mai sostenuti o sborsati solo in parte.

Le Fiamme Gialle hanno individuato anche una società cosiddetta “cartiera”, con sede legale in Albania, senza personale dipendente e struttura operativa. Il promotore della truffa si sarebbe avvalso del contributo di un ingegnere e di un geometra che compilavano, in modo artificioso, i rendiconti finanziari ed economici presentati all’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina usando “fatture gonfiate” per giustificare la richiesta di finanziamento. L’azione era volta a costituire false prove documentali in vista di ipotetici controlli. La Regione Siciliana ha bloccato l’erogazione dell’ultima tranche del contributo pari a 40.000 euro.

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