Caltagirone (CT), intesa Comune-Caritas diocesana: nasce il Punto di ascolto multietnico

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Siglato dal Comune di Caltagirone e dalla Caritas diocesana un protocollo d’intesa in materia di integrazione e accoglienza di immigrati. Il progetto è volto alla realizzazione “di interventi finalizzati all’inclusione sociale e all’integrazione culturale delle famiglie straniere nel tessuto sociale calatino, al fine di implementare il benessere individuale e collettivo dell’utenza straniera di adulti e minori”.

L’intesa è stata sottoscritta dal sindaco Gino Ioppolo e dal direttore della Caritas diocesana, Antonino Carfì. Nel corso dell’incontro hanno preso parte pure l’assessore al Welfare e vicesindaco Sabrina Mancuso, il dirigente dell’Area 5 Renzo Giarmanà e le mediatrici linguistico-culturali Licia Lo Monte e Francesca Scimonetti, due delle esperte (le altre sono le psicologhe Oriana Moschella e Marzia Venezia). L’iniziativa si concretizza nell’immediata istituzione di un Punto di ascolto multietnico (Pam), aperto da martedì 20 aprile, dalle 15,30 alle 17,30, al secondo piano dell’ex Educandato San Luigi, che si configura come luogo di ascolto, informazione, supporto e orientamento per tutte le persone straniere.

Ecco gli obiettivi prioritari: la creazione di un servizio di sostegno e di assistenza per favorire l’inclusione di soggetti a forte rischio di esclusione sociale attraverso l’attuazione di un protocollo di intervento sul disagio, che si incentri su un punto di ascolto di etno-psicologia (spazio di sostegno e consulenza linguistica); la mappatura delle criticità degli immigrati e dei servizi sociali e sanitari; l’analisi delle risorse del territorio; il monitoraggio dell’utenza straniera che converge presso la Caritas; l’orientamento degli stranieri verso le strutture sia pubbliche che di volontariato; l’attivazione di uno spazio di tutela per persone vittime di violenza e sfruttamento lavorativo e di uno spazio di sostegno alla genitorialità multiculturale e la raccolta dei dati relativi alle aree di disagio psicologico del migrante, alla sua percezione dei servizi pubblici, alla sua conoscenza della malattia e della salute; alle dinamiche familiari e al livello di conoscenza delle lingua italiana.

Fonte foto: Città di Caltagirone

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