Di Francesco (Sos Imprese e Rete per la Legalità): “Ai commercianti dico alzate la testa. E sul caso di Canicattì…”

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Ai microfoni di Antenna Uno Notizie è intervenuto il referente provinciale di Agrigento di Sos Imprese e Rete per la Legalità Eugenio Di Francesco facendo chiarezza sul caso delle vetrofanie che ha visto coinvolta la comunità di Canicattì. La notizia che vedeva la rimozione delle etichette, infatti, sarebbe infondata: Di Francesco spiega alla nostra redazione che i commercianti facenti parte di un’altra via diversa da quella dell’iniziativa hanno richiesto le vetrofanie per dire “no” al pizzo. I lavoratori non sono più soli davanti alla mafia.

Credo sia opportuno, doveroso, raccontare una pagina bella di Canicattì. Non entro nel merito della polemica innescata infondatamente e priva di verità. Oggi occorre scrivere una pagina bianca dove ogni imprenditore o commerciante esercente può scrivere la propria vita su quella pagina e scrivere che si è detto no all’usura, no all’estorsione, no ad ogni forma di criminalità organizzata o forma di sopruso che venga presentato da uomini criminali o malavitosi. È importante invece parlare della memoria che oggi è stata ricordata. Per la prima volta è stato ricordato Nino Saetta, il giudice dimenticato. È stato ricordato il Beato Rosario Livatino e da quel martirio, e da quel rosso, da quel sangue buttato proprio con la loro vita che noi, canicattinesi e non, dobbiamo riscoprire con il coraggio e con la forza e senso di ribellione, di democrazia e di libertà”.

“Sos Impresa e Rete per la legalità opera da mesi nel territorio di Canicattì però in massimo silenzio, incontrando diversi imprenditori e accompagnandoli spesso a sporgere denuncia. È stata fondamentale la collaborazione con le forze di polizia in modo particolare, in questi casi, l’arma dei carabinieri ci ha dato supporto non indifferente per la denuncia. Abbiamo deciso insieme di uscire proprio allo scoperto, in che modo? Creando partecipazione e condivisione. Nello stesso tempo abbiamo cercato di suscitare nei canicattinesi un senso di riscatto e di ribellione contro i fenomeni dell’usura e dell’estorsione. Per questo motivo abbiamo utilizzato questa vetrofania, per far si che i commercianti potessero dire no a questi due fenomeni criminali”.

Ai commercianti del territorio di Canicattì, del territorio di Agrigento, di tutta la Sicilia e di chi ci ascolta dico alzate la testa! Non siete più soli! Oggi c’è lo Stato dalla vostra parte. Ci sono le Associazione antiracket e antiusura che vi possono accompagnare in questo percorso di libertà e di riscatto. E’ anche occasione per dare alle nuove generazioni una Sicilia nuova, diversa e più bella. Oggi tutti insieme dobbiamo dire No Mafia, No Racket, No Usura!”

“Mi dispiace tantissimo che un organo particolare di giornale ha voluto proprio mettere in evidenza un fenomeno che non è mai esistito. Innanzitutto diciamo con forza e con la verità dei fatti che Canicattì è stata tempestata di manifesti negli spazi pubblicitari messi a disposizione dal Comune e nessuno ha toccato i manifesti. Per quanto riguarda le vetrofanie sono stato io, come referente di Sos Impresa e Rete per la Legalità, ad affiggere queste vetrofanie insieme agli esercenti. A me dispiace come la stampa a volte, in modo particolare qualcuno/a, abbia voluto fare uscire questa notizia infondata, che ha creato un po’ di scompiglio nella manifestazione”.

“Però vi assicuro che non è assolutissimamente vero, Canicattì ha dato un segnale di ribellione, il paese ha partecipato, la saracinesche erano tutte aperte. Gli esercenti ci hanno fatto entrare nei loro esercizi commerciali. Non solo siamo entrati noi membri delle associazioni ma anche l’Arma dei Carabinieri, il Commissario della Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, con una grandissima accoglienza. Diverse iniziative ho fatto in questi anni ma vi assicuro che in altri paesi questo non è mai successo”.

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