Settimana di cambiamenti e ritorni in casa del Calcio Catania. L’amministratore delegato rossazzurro Pietro Lo Monaco presenta il nuovo coach Cristiano Lucarelli e lo staff tecnico della prima squadra composto dall’allenatore in seconda Richiard Vanigli e dal collaboratore Alessandro Conticchio. Il mister toscano riapproda nuovamente alle falde dell’Etna, dopo la parentesi vissuta nella stagione 2017/18, per completare un ciclo che, come dichiarato dallo stesso, era in sospeso. Di seguito alcune delle parole rilasciate dall’ad catanese e da Lucarelli nella conferenza stampa svoltasi a Torre del Grifo.
Lucarelli
“Quando c’è un avvicendamento di un allenatore è un dispiacere un po’ per tutti. Il cordone ombelicale non si è mai staccato: da lontano io e il mio staff abbiamo sofferto sia per lo scorso anno sia per quanto verificatosi nella corrente stagione. Ringraziamo la società per l’opportunità. È tanta la voglia di riprendere, è difficile dire no a Catania, posto a cui sono legato e dove sono stato bene, e alla società. Abbiamo parlato del contratto subito, già alle 5, 5:30 di domenica, ma non per soldi e abbiamo sistemato tutto immediatamente. Io non ho la bacchetta magica, ma credo che sia importante la mano di tutti. Un tifoso all’aeroporto si è avvicinato e mi ha detto che in passato ha esposto uno striscione: «Il Catania non si discute, si ama», dobbiamo ripartire da questo. È un momento storico importante, ognuno deve fare la sua parte. Pensare che non ci sia una simbiosi totale tra tutte le componenti per uscire da questa situazione è utopia. Mettere da parte la rabbia, le incomprensioni e andare avanti per Catania.
Com’è lo spogliatoio? Ho visto nei ragazzi voglia di ripartire e grande disponibilità. Oggi noi partiamo per un obiettivo ambizioso: risultati e continuità. Ci sta che qualche calciatore pensi alla sessione di riparazione per trovare gloria altrove ma deve comunicarcelo. Dobbiamo ricreare le condizioni per avvicinarci ai primissimi posti, e rimboccarci le maniche. Chi non pensa che esista solo il Catania non può stare con noi. Non dobbiamo avere assilli, il Cosenza insegna. La squadra è forte, altrimenti non sarei venuto. Quando ho visto squillare il telefono e ho letto sul display Lo Monaco mi sono emozionato, me lo aspettavo e lo volevo.
L’idea che ho è generale, io ribadisco che per me questo gruppo, al netto dei suoi infortunati, se la può giocare con le altre. Tabella, numero di vittorie e sconfitte? Bisogna lavorare prima sulla testa, al di là di tutto: moduli, numeri e bel calcio. Serve lavorare un giorno alla volta. Con questa rosa è possibile adottare varie soluzioni e qualsiasi schema ma bisogna considerare le defezioni. Dobbiamo dare equilibrio e autostima, una squadra non può non avere un equilibrio tattico. È necessario ripartire da Avellino.
Mercato di gennaio? L’ultima cosa a cui ho pensato. Valuto la rosa attuale, appena le idee saranno più chiare sulle cose positive e quelle da migliorare vedremo. Il mio obiettivo è il recupero degli infortunati e ottimizzare i ragazzi che abbiamo già. 4-3-3? Dopo si pensa al modulo, prima pensiamo a ripartire dal punto di vista mentale e con i giocatori a disposizione. Dovremo essere una squadra camaleontica che cambia in corsa. Di Piazza e Curiale insieme? Sì, potrebbero giocare insieme, dobbiamo recuperare Curiale. Nelle mia idea possono farlo ma bisogna valutare la loro condizione psicofisica attuale.
Come preparare la gara di domani in poco tempo? Chi ha lavorato con me sa cosa vogliamo e chiediamo. Conoscono l’approccio mentale che richiediamo, anche l’inizio delle partite, quindi, l’impatto deve essere diverso. Campionato? Più concorrenza di grandi piazze.
Aspetto difensivo: 19 gol? Conosco tutti tranne Mbende. Barisic è un giocatore importante potenzialmente ma può avere difficoltà e viene da un infortunio lungo. Nel mio anno molti calciatori hanno fatto cose importanti. Spazio ai giovani? Ci sarà spazio per tutti quelli che mi dimostrano di volerlo. Poi ci sono delle situazioni in cui bisogna stare attenti a non bruciare i ragazzi. Io non ho mai avuto problemi a schierare i giovani. In questa categoria si guarda ai segnali positivi in settimana”.
Lo Monaco
“Ritorno gradito in un momento critico del nostro mister Lucarelli. Non possiamo dire che siamo contenti di averlo qua, perché quando si cambia un tecnico qualcosa non funziona. La partita con la Vibonese è stata troppo brutta per essere vera, non giudicabile. Abbiamo voluto dare una scossa con chi ha fatto benissimo qui, abbiamo sfiorato con lui la Serie B e per questo ci sembrava la soluzione più giusta al fine di riprendere il cammino bruscamente interrotto. Felici di aver ripreso un discorso interrotto due anni fa, nella speranza che possa portare dei frutti. Questa squadra due mesi fa sotterrava un’antagonista con tanti gol poi si è sciolta improvvisamente come neve al sole. Rullino di marcia strano, speriamo di chiudere un discorso tracciato precedentemente e riavviarne un altro per avere le soddisfazioni che noi tutti e la piazza meritiamo. Rientrano i suoi collaboratori e Marco Onorati.
Amarezza, delusioni? Rimane la rabbia. Ma a prescindere dalle discussioni che fanno gli pseudo-giornalisti e i tifosi la storia non la cancella nessuno. Quando sono tornato a Catania, non mi stanco di dirlo, ho sistemato un aspetto societario e cercato di mantenere la matricola. Solo un pazzo poteva pensare di riuscirci, io leggendo i numeri dissi: come si può salvare mai? Ma mi sono alzato le maniche e oggi la società è un club appetibile, abbiamo materializzato le entrate quando non c’erano. Negli ultimi anni si parla di fallimento calcistico e si dimenticano diversi aspetti: dagli ultimi playoff disputati ai punti totalizzati. Ho visto cose assurde, ospitate di Ultras da giornali nazionali. Ricordo le immagini di un porco con la mia immagine, mi piacerebbe essere al loro posto ed essere io a fare i cori nei loro confronti. Quando c’è stata la situazione negativa la colpa non era di uno ma di tutti. Io non sono qui per interesse personale, ho letto delle cose vergognose come che percepisco 3 stipendi. Da quando sono tornato ci rimetto tempo e salute ma per me il Catania è come un figlio. Nel 2012 ho fatto un passo indietro, adesso no. Ogni frase che dico viene strumentalizzata, la cosa più semplice è che da domani chi parla gestisce il Catania e posso fare i nomi: il signor Michele Spampinato, l’avvocato Giuseppe Rapisarda e i tifosi della Sud. Ci vuole rispetto, il Catania è una cosa importante. I risultati tecnici non sono solo la vittoria del campionato: abbiamo sfiorato la promozione in Serie B e l’abbiamo conquistata per questioni extracampo ma sappiamo com’è andata. Siamo partiti male questa stagione è vero ma mancano ancora 20 partite. La tifoseria vive per il Catania e io non ho mai inteso solo le curve. Le discussioni non mi toccano, mi dispiace constatare tante situazioni. Il Catania lo toccheranno quando sarò morto.
Direttore Sportivo? Argurio è andato via per una proposta importante. Noi pensiamo ad un paio di profili per dare un’altra figura importante che stia vicino a squadra, staff e mister.
Cos’è successo al Catania in campo dopo le prime gare positive? Partita negativa di Potenza che ha creato un po’ di crisi d’identità. Gara dove abbiamo perso Saporetti, Sarno e Catania e poi le altre defezioni (Di Molfetta, Mbende, Esposito). Queste sono cose che in casa la squadra ha sopperito ma in trasferta è entrata nel pallone, poi le due trasferte consecutive perse hanno contribuito a far sì che il gruppo fuori casa entrasse in un tunnel negativo. Il mister ha ragione, il problema è mentale ma cerchiamo di ripartire. Il campionato ci consegna delle opportunità che dobbiamo cogliere. Parlare di mercato di gennaio non è il caso, abbiamo giocatori di valore ma i risultati non si ottengono con i nomi.
Esonero Camplone? Non c’è altro, quando un mister viene purtroppo cambiato è perché una squadra esprime un valore diverso da quello effettivo. Difesa? Molti gol sono arrivati in poche partite. Tre allenatori in busta paga? Raramente qualcuno rinuncia ed è giusto che lo si faccia”.