Coronavirus, Fisascat-Cisl: “I vigilantes senza guanti e mascherine”

Tv; coronavirus

La sigla sindacale della Federazione Italiana Addetti Servizi Commerciali Affini E Del Turismo-Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori insieme al segretario generale, Rita Ponzio, e il coordinatore provinciale etneo, Giovanni Vitale, chiedono garanzie maggiori di sicurezza per gli addetti alla vigilanza privata. I lavoratori sono occupati nella gestione della sicurezza di supermercati e aziende.

Le guardie giurate e gli addetti ai servizi fiduciari – dice Vitale – come tutti sapranno, da sempre sono in prima linea per la tutela dei luoghi dove prestano servizio e di chi ci lavora. Sono persone sempre pronte ad intervenire sul territorio per garantire la sicurezza a servizi privati, aziende, oltre che in luoghi strategici come stazioni, ospedali, porti, aeroporti e altro ancora. Soprattutto in questo momento che stiamo attraversando, fanno da “filtro” evitando o intervenendo in potenziali situazioni problematiche, a tutela del personale sanitario e dei pazienti”.

“Ci facciamo portavoce – ribadiscono Ponzio e Vitale – di tutti gli istituti di vigilanza privata di Catania e provincia, aziende e lavoratori, i quali lamentano di essersi ritrovati anche loro come tutti gli altri lavoratori di altri settori, impreparati a fronteggiare una simile emergenza sanitaria. La maggior parte si ritrova a dover lavorare privi di mascherine o con dispositivi non a norma di legge”.

La mancanza non è dovuta per negligenza dell’istituto – spiegano gli esponenti della Fisascat-Cisl – in cui lavorano ma di chi dovrebbe fornire i titolari delle aziende tutti gli strumenti necessari a soddisfare le esigenze dei lavoratori. La colpa non è del lavoratore né dell’azienda, ma delle istituzioni preposte. Quante volte in passato si sono verificate aggressioni verso i medici ed i vigilantes? Provatevi ad immaginare un’aggressione verso un vigilantes sprovvisto di guanti e mascherine idonee ad evitare il contagio. Pensate alla paura con la quale possa rientrare a casa nei confronti dei suoi familiari. Sono lavoratori, impegnati anche loro in prima linea in questo momento a fronteggiare l emergenza Coronavirus, escono di casa con la stessa paura dei medici, dei cassieri, delle forze dell’ordine, ma devono adempiere il loro dovere in primis come lavoratore e come padri di famiglia che devono guadagnare quel poco per vivere”.

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