Covid-19, Decreto Riaperture: il coprifuoco fa polemica

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Nuovo decreto, ugual misura. Tra le disposizioni legislative varate dal Governo Draghi per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19 e in vigore da lunedì 26 aprile figura ancora il coprifuoco serale, dalle ore 22:00 alle ore 5:00. Restrizione che – più di altre – ha sollevato polemiche e acceso discussioni: dalla forte opposizione della Lega in consiglio dei ministri sino alle proteste di Fipe-Confcommercio. Grande la voglia di normalità sebbene la battaglia contro il Coronavirus non sia ancora giunta alle battute finali.

STRAPPO CON LA LEGA – La compagine di estrema destra ha preferito astenersi dal voto, un nonsense voler confermare il coprifuoco anche nei mesi a venire. “Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni – ha spiegato il leader Matteo Salvini tramite i suoi canali social -. Con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può anzi si deve tornare a vivere e lavorare al chiuso e all’aperto”. Il mese di maggio potrebbe risultare decisivo in tal senso: qualora i dati epidemiologici dovessero risultare in netto miglioramento, non è escluso un nuovo intervento del Governo sulle misure restrittive e in particolar modo sul coprifuoco che potrebbe essere eliminato definitivamente o posticipato alle ore 23:00. “Voteremo il prossimo decreto se insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute prevederà il ritorno alla vita e il ritorno al lavoro”, ha chiosato Salvini.

FIPE-CONFCOMMERCIO NON CI STA – “Scientificamente e socialmente incomprensibile” la proroga del coprifuoco fino al 31 luglio in quanto “comprime orari e favorisce comportamenti disordinati e opposti. Noi siamo esausti di pagare colpe non nostre – fa sapere Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommerciocome la lentezza della campagna di vaccinazione e l’impossibilità di controllare il territorio punendo comportamenti scorretti”. A pagarne le spese maggiori ancora i ristoratori che vedrebbero così negata la possibilità di un’apertura dei propri locali oltre le 22:00 in un periodo, quello estivo ormai alle porte, in cui si vive soprattutto la sera, in special modo nelle località marine. “Abbiamo chiesto di ripartire ma, alle attuali condizioni del Decreto Legge sulle riaperture, oltre la metà dei Pubblici Esercizi Italiani non può di fatto farlo. Sono scelte che vanno spiegate e vanno spiegate bene, perché appaiono punitive rispetto a quelle adottate in momenti più critici dal punto di vista sanitario. (…) Se il 15 maggio il Governo ha preso l’impegno di vaccinare tutti gli over 70 di questo Paese, riteniamo giusto che prenda anche l’impegno a riaprire le attività all’interno a pranzo e a cena applicando i rigorosi protocolli già approvati”.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO – Prudenza è ciò che predicano gli uomini di scienza. Le riaperture e il ritorno della zona gialla, seppur con il coprifuoco, non può e non deve far pensare a un “liberi tutti”, il rischio sarebbe quello di trovarsi a combattere una nuova, terribile ondata – la quarta – di cui ancora non è possibile conoscere la forza. “Partiamo senza velocizzare gli step per garantire una progressione di miglioramento, non escludendo che si possa velocemente fare uno spostamento, ma vediamo prima l’effetto che fa in una tempistica che sia almeno settimanale. È vero che, se diciamo fino al 31 luglio probabilmente è troppo, ed è angosciante e devasta l’applicazione e l’accettazione sia da parte dei ristoratori sia dei cittadini. Vedrei però un fatto di progressione, perché stiamo investendo su diversi fronti: abbiamo la scuola in questo momento che giustamente è stata fatta aprire, quindi andiamo semplicemente con attenzione”, è stato il commento, rilasciato all’Adnkronos Salute, di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.

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