Covid-19 in Italia, Speranza: “Numeri ancora imponenti. E sugli spostamenti tra regioni…”

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Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato a “Che tempo che fa” dell’emergenza Covid-19.
“La situazione è molto seria e non può essere sottovalutata. I casi sono ancora tanti. I numeri ci devono far riflettere. Da due settimane c’è in ogni caso un’inversione di tendenza. Zone? Stanno dando i primi effetti delle misure prese ma non sono ancora sufficienti. Al contempo però l’Rt è sceso ed i nostri tecnici pensano possa scendere ulteriormente nei prossimi giorni. Bisogna resistere e tenere duro. Sono ancora numeri imponenti, sarebbe un errore grave abbassare la guardia. Non c’è alternativa ai sacrifici. Dovremo valutare con attenzione i numeri dei prossimi giorni. È comprensibile che un territorio voglia uscire dalla zona rossa ma ci vuole prudenza. Le misure stanno dando i primi risultati ma abbiamo bisogno di discutere con gli scienziati ed i tecnici. Io lavoro con tutti i presidenti di regione senza distinzione politica e dico no alle polemiche. Per me la linea resta quella della massima cautela. Sulle terapie intensive il dato di fatto è che c’è una pressione molto forte che comunque il nostro Ssn sta sostenendo. Possiamo evitare il lockdown generale perché il Paese si è dotato di più posti letto ma questo non significa che possiamo affrontare una nuova impennata. Guai a sottovalutare la situazione ma il paese è certamente più forte di quanto lo era a marzo. Vaccini anti-Covid? Sono stati una conquista dell’umanità. Non c’è la bacchetta magica, il vaccino non riuscirà a risolvere tutti i problemi, ma sarà un’arma fondamentale per vincere questo virus. Attenzione a dare messaggi sbagliati sui vaccini. Se il vaccino sarà efficace e sicuro dobbiamo fidarci delle istituzioni. Ci sono tutte le condizioni per gestire la catena del freddo per il vaccino Pfizer che sarà il primo ad arrivare. Ma arriveranno anche altri vaccini e comunque bisognerà organizzare tutto. Le prime dosi del vaccino in Italia ci saranno già a fine gennaio, siamo fiduciosi. Ma ci vorrà del tempo, non sarà un’operazione immediata. Nella migliore delle ipotesi potremmo vaccinare 1 milione e 700mila persone a fine gennaio. Poi ci auguriamo che a primavera inoltrata potremmo iniziare il vaccino di massa, ma all’inizio il tema sarà selezionare a chi darlo. Ritengo che dobbiamo dare questa protezione prima di tutto a chi pagherebbe un prezzo più alto se dovesse contrarlo. Natale? Sarà diverso, molto più sobrio, dovremmo evitare gli spostamenti non essenziali. Gli spostamenti tra regioni? Possono avvenire solo tra regioni che sono in fascia gialla con i criteri vigenti. C’è una fase di resistenza non breve”.

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