Covid-19, Piero Angela: “Questo virus è mortale”

Posti a sedere; Covid

Piero Angela debutta nella seconda edizione di Superquark+ con 10 puntate da 15 minuti, in esclusiva su RaiPlay. Di seguito le sue considerazioni sulla situazione attuale relativa all’emergenza sanitaria. “L’esercito in campo per far rispettare le norme di sicurezza sanitaria? Secondo me è utile. Questo è un virus mortale. Non si può dover chiedere ‘per favore, mettete le mascherine’. Quelli che non le usano sono degli untori, soprattutto se sono stati ben informati. Bisogna cercare di migliorare la cultura scientifica del nostro Paese. Che non vuol dire conoscere la storia di Galileo o di Marconi. Ma far capire che tutto oggi dipende dalla ricerca e dall’innovazione. Non ci si rende ancora abbastanza conto che per secoli e millenni l’uomo ha vissuto una vita breve, senza cure mediche, con molti disagi, e di colpo, in 150 anni, appena due vite di 75enni, è cambiato tutto, grazie all’energia trasportabile e alla tecnologia. Qualcuno ha detto che la scienza è la forma più alta del buon senso: è vero. Nella mia vita ho capito che ci sono persone irrecuperabili, alle quali puoi dimostrare l’evidenza, ma non servirà a nulla. Sono perdute, assolutamente perdute. Altri invece sono solo male informati e quelli è possibile recuperarli, magari qualcuno più rapidamente, altri meno. Temo non ci sia abbastanza pressione sul pubblico perché si rispettino semplici regole come mettere la mascherina o mantenere il distanziamento, che in attesa del vaccino sono molto utili. Nostro dovere è mettere bene in evidenza quanto siano importanti. I giovani si sentono invulnerabili, ma il virus non si vede, non si sente. Abbiamo visto cos’è successo anche a Capi di Stato che lo minimizzavano. Invece se il virus passa dai ragazzi ai genitori, salta l’economia di questo Paese. Per l’Hiv c’è stata gente condannata in tribunale perché sapendo di essere contagiati andavano attaccando il virus agli altri. Oggi, con il Covid, non dico di mettere in galera le persone, ma far rispettare assolutamente le regole, si. Anche l’esercito e la Polizia in strada possono essere d’aiuto. Come divulgatori di informazione, noi possiamo dare una mano. Ma è un problema di comportamenti”.

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