Martina Gentile, figlia della maestra di Campobello di Mazara Laura Bonafede, coinvolta nell’affare legato a Messina Denaro e detenuta con l’accusa di associazione mafiosa, ha scelto di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip, ma ha reso dichiarazioni spontanee rivelatrici.
Attualmente ai domiciliari in virtù della sua maternità, è sotto accusa per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, entrambi con l’aggravante dell’associazione mafiosa.
Secondo quanto emerso, Gentile sarebbe stata coinvolta nel ruolo di “postina” per il capomafia latitante, svolgendo tale compito insieme a Lorena Lanceri, anch’essa detenuta. Le due avrebbero gestito la corrispondenza destinata e proveniente dal latitante, includendo anche messaggi della Bonafede. Questi scambi di comunicazioni avvenivano nello studio di un architetto ed ex assessore comunale, attualmente sotto indagine.
Le indagini hanno rivelato che Gentile, considerata dal padrino come una figura quasi filiale, avrebbe avuto incontri con il boss durante la sua latitanza, come confermano le riprese delle telecamere di sorveglianza un mese prima dell’arresto di Messina Denaro. Tali immagini documentano l’auto del capomafia di fronte alla casa della Gentile, dove sembra rallentare mentre la stessa osserva Denaro.
Gli inquirenti sospettano che Gentile fosse profondamente coinvolta nel mondo del mafioso e potesse essere a conoscenza di diversi dei suoi segreti. I pubblici ministeri stanno indagando sui viaggi compiuti dalla ragazza a Palermo per conto del padrino, cercando di verificare se durante tali spostamenti consegnasse messaggi ad altri complici.
La misura cautelare è stata notificata a Gentile nella sua residenza a Pantelleria, dove la giovane si trovava per una supplenza in una scuola media dell’isola. La vicenda continua a destare grande interesse e suscitare interrogativi, mentre i magistrati proseguono nell’indagine per ricostruire i dettagli della latitanza di Messina Denaro.