Scioperi Fortè, Finocchiaro (Confedercontribuenti): “Comunicati schizofrenici, chiediamo solo chiarezza per il bene di tutti”. E sul Catania

La redazione di Antenna Uno Notizie ha intervistato Carmelo Finocchiaro, presidente di ConfederContribuenti, in merito alla spinosa questione relativa alla Meridi Srl, società facente capo ad Antonio Pulvirenti, ed alla gestione dei supermercati Fortè, balzata nuovamente agli onori della cronaca dopo lo sciopero di tre giorni proclamato Venerdì.

La situazione è sotto gli occhi di tutti, hanno lanciato lo sciopero e purtroppo è drammaticamente in progresso.
Supermercati? In realtà noi ci siamo posti un problema nel momento in cui i nostri associati ci hanno chiesto un intervento perché da mesi non ricevevano lo stipendio e in alcuni casi i fornitori avevano ritardi notevolissimi nelle forniture e quant’altro. Quello che si è avvertito a Catania, lo si è percepito anche nel resto della Sicilia dove i lavoratori sono in grande difficoltà e comunque ci sono degli arretrati degli stipendi e quindi staremo a vedere in questi giorni se il 50% di quanto promesso in questo accordo sindacale fatto con riunione sindacale italiana verrà mantenuto nel pagamento degli stipendi. Inoltre viene comunicato che parecchi punti vendita sono comunque non sono sufficientemente riforniti e questo a noi preoccupa perché comunque un’azienda che fattura 112 milioni all’anno e fa un volume d’affari nel 2018 di 112 milioni, evidentemente coinvolge a più livelli diversi fornitori e diversi soggetti che in caso di crisi influiscono pesantemente sulla fornitura o sulla prestazione di servizio. Noi vogliamo scongiurare questo e chiediamo che la dirigenza del gruppo si faccia promotrice di dire esattamente come stanno le cose e trovare delle soluzioni che salvaguardino sia i livelli occupazionali che il pagamento dei fornitori nel modo migliore anche con piani di ristrutturazione del debito: questo è il nostro obiettivo.

Avete avuto risposte o un dialogo?

Non è arrivato assolutamente nulla, ci incontreremo la prossima settimana perché ripeto vogliamo evitare che esploda una situazione che già abbiamo vissuto e non vogliamo che si ripetano situazioni simili. Tra l’altro alla luce del ruolo che svolge Pulvirenti, perché è il proprietario del Catania che ha un obiettivo di natura sociale per la città, è giusto anche che si affronti questa situazione perché non si perda un pezzo importante per la città che è il calcio Catania.

Avete approfondito il discorso legato alle due attività, avete fatto studi o dei riferimenti anche relativi al Catania? Ovviamente a livello di cassa di risonanza magari fa parlare un po’ più di sé, però oggi sembra che la struttura  di questa holding faccia riferimento a livello di utili in particolar modo ai supermercati che sono l’unica risorsa. 

Il punto è proprio questo, ecco perché chiediamo che il gruppo, la dirigenza e la proprietà diano delle risposte perché ci sono anche degli strumenti che la legge consente per la salvaguardia delle imprese come la ristrutturazione dei debiti, a suo tempo già fatta da Finaria, e vorremmo capire se questi piani vengono mantenuti e così via anche per Meridi srl società partecipata come può, uscendo davvero la situazione dei numeri, il calcio Catania che è ripeto uno degli elementi  importanti di questa e per questa città a non essere coinvolto insieme alla salvaguardia complessiva del gruppo? Per ogni azienda non conta tanto il patrimonio ma la marginalità nell’analisi dello stato di salute della stessa. Ma l’argomento centrale è la chiarezza che deve venire dal gruppo che noi, appunto, ci auguriamo. Il silenzio non ci conforta soprattutto per la gente che rappresentiamo noi: fornitori del gruppo stesso.

Lavoratori Fortè. Quali saranno i prossimi movimenti da parte vostra qualora non dovessero arrivare le risposte che chiedete. Ci sarà un movimento più concreto?

Bisogna capire cosa farà il sindacato dei lavoratori con lo sciopero che l’Unione Sindacati Italiana ha indetto per i prossimi giorni. Cgl, Cisl e Uil dovranno nei prossimi giorni aver aderito, cercheremo di capire da qui alla prossima settimana che succede e speriamo che la situazione si evolva al meglio. Il Catania in particolare non può permettersi un’altra situazione di un gruppo interno che entra totalmente nel tunnel della crisi. E questo è responsabilità di tutti ma grande senso di responsabilità da parte della proprietà che faccia capire come si può salvare una struttura fatta da centinaia e centinaia di lavoratori.

Da quanto ci risulta la percentuale di punti vendita la cui gestione è stata appaltata dalla Meridi è minima, non va oltre il 20%. Non si riesce ad avere chiarezza su nulla, dicessero pubblicamente quanti punti vendita hanno effettivamente dato in gestione ad altre società.

Il comunicato di risposta allo sciopero? Ci è sembrato quello tipico di un’azienda in difficoltà. Che senso ha reagire in questa maniera, dire che i sindacati vogliono far chiudere la società? Sta tutto dentro questa mancanza di chiarezza, anche le risposte fornite in questo comunicato, che ci è sembrato parecchio schizofrenico. Il punto è un altro… Vogliamo che si salvi la società? Si faccia chiarezza, ognuno faccia la sua parte, sia noi che rappresentiamo alcune imprese che i sindacati. Quando si lascia tutto nel vago non si risolve il problema, anzi si acuiscono le tensioni. Ma, ad oggi, non mi pare che ci siano riposte in tal senso… Sappiamo, ad esempio, che domani ci sarà lo sfratto per un punto vendita importante, in uno dei paesi della provincia, ma tutto tace e non si riesce a risolvere nulla”.

Di seguito il comunicato diffuso da Meridi Srl: “Lo scopo del Sindacato è uno solo: far chiudere l‘azienda e far perdere così centinaia e centinaia di posti di lavoro. La scrivente società ha mantenuto l‘impegno della scadenza concordata con il Sindacato per il pagamento del 50% dello stipendio e allora non potendo approfittare del non avvenuto inadempimento aziendale si inventano altri inesistenti motivazioni al sol fine di creare scompiglio all‘interno dell‘azienda e soprattutto all‘esterno. Nonostante due incontri con la proprietà (ad agosto e a settembre) in cui si è dichiarata la volontà aziendale di andare avanti, nonostante due verbali di incontro con i quali i rappresentanti sindacali nulla hanno domandato di approfondimenti per tale punto, si dichiara l‘assenza del piano industriale…

Nessun (si ribadisce nessuno) trasferimento è stato fatto dalla scrivente società nelle ultime settimane se non a seguito di chiusure di qualche punto vendita (ci dica il sindacato se il trasferimento da punti vendita chiusi a punti vendita attivi non costituisce valida ragione tecnico produttiva ed organizzativa). Il ri–trasferimento del Sig. Mercurio è stato bloccato dalla volontà del lavoratore di adire il Tribunale del Lavoro di Palermo e la cui prima udienza è prevista per il giorno 13 febbraio 2020. Non si comprende che interlocuzione sindacale deve esserci con chi si rivolge (legittimamente ) al Giudice… attendiamo che questi decida su chi ha ragione! La scrivente non ha mai ricevuto formale richiesta del Sig. Leonardo Gaurino di essere ri–trasferito, così come la decisione di non proseguire il rapporto di lavoro con il lavoratore Daniele Virzì non risulta neanche impugnata dal suddetto lavoratore. Non si comprende a quali lettere di contestazioni come strumento di repressione il sindacato faccia riferimento: la scrivente ha sempre osservato la legge 300/70 e il contratto laddove prevede la facoltà del datore di contestare eventuali mancanze del lavoratore sul posto di lavoro… solo questo e solo questo la Meridi s.r.l. ha sempre fatto. Le affermazioni del sindacato sono mera fantasia.

Le buste paga saranno consegnate ai lavoratori non appena questi riceveranno la retribuzione, per come è stato sempre fatto. C‘era un accordo con l‘O.S. di comunicare gli importi delle retribuzioni e questo accordo è stato rispettato dalla Meridi s.r.l. E‘ falso che sia stato disatteso l‘accordo sottoscritto. I lavoratori sono stati regolarmente pagati secondo quanto previsto dall‘accordo sottoscritto con l‘U.S.I. e successivamente con le 00.SS. firmatarie di CCNL. Alla fine di questa disamina sia permesso di fare alcun considerazioni. Non si fa uno sciopero di tre giorni (e normalmente non si fa uno sciopero) per i motivi (alcuni inesistenti) elencati nella nota di cui all‘oggetto. Soprattutto non si fa uno sciopero quando è in essere un‘interlocuzione con l‘azienda che a questo punto è evidente che non si vuole avere: lo dimostra il fatto che si è inviata la nota durante la notte fra il 17 e il 18 ottobre 2019.

Più volte la Meridi s.r.l. ha manifestato la propria volontà di continuare l‘attività, garantendo l‘occupazione di tutti coloro che Vi lavorano. Un tale atto, peraltro sconfessato anche da alcun iscritti (cfr iscritti punto vendita di Comiso i quali hanno dichiarato che non partecipano allo sciopero perché la società ha rispettato l‘accordo sui pagamenti) mette ancora una volta all‘evidenza dei mass media tale situazione con inevitabili ripercussioni già altre volte manifestate e che si volevano evitare per non compromettere l’equilibrio dell‘operatività dell‘azienda. Purtroppo, nonostante gli appelli della società, il sindacato ha preferito pretestuosamente e violentemente far vedere a tutti quanto conta, proclamando uno sciopero di tre giorni, nonostante il rispetto degli accordi, e a questo punto con il sol fine di creare ulteriori disagi e problemi, che costringeranno la scrivente società a non rimanere inerme anche per l‘interesse degli stessi lavoratori”.

Condividi

Articoli Correlati

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.