Calcio Catania | Da Pagliara a Biagianti, i nodi da sciogliere per la SIGI

Biagianti

Chi ben comincia è a metà dell’opera, recita così un vecchio adagio popolare che vuole indicare quanto siano importanti gli approcci, i primi passi, le mosse iniziali. Guardando al Calcio Catania, ad esempio, possiamo certamente dire che il Comitato prima e la S.I.G.I. poi, attraverso quel lavoro appassionato, instancabile e certosino che ha portato alla salvezza della matricola, hanno posto solide basi per iniziare bene, per partire alla grande.

Dopo la fatidica data del 23 luglio, quella che ha certificato l’acquisizione del sodalizio rossazzurro da parte della SPA di imprenditori locali, sono tuttavia emerse alcune criticità che, inevitabilmente, hanno iniziato a minare il cauto ottimismo della piazza e dei tifosi. Ciò che si chiedeva, con forza e convinzione, alla nuova proprietà era, in primis, la totale discontinuità (nelle parole, nei fatti, nel modo di agire) con il recente e fallimentare passato. Spiace adesso rilevare, senza voler scadere nel chiacchiericcio e senza voler mettere zizzania, che i recenti avvenimenti in seno alla società ed alla S.I.G.I. non restituiscono l’idea della tanto attesa discontinuità.

Il salvataggio della matricola, va ribadito, rimane un autentico miracolo ed i suoi fautori meritano, per questo, totale riconoscenza. Come abbiamo già detto, però, deve essere solo il primo passo di un percorso nuovo e virtuoso, e non può prestarsi a strumentalizzazioni di sorta né, tantomeno essere sbandierato per anestetizzare critiche, dubbi, osservazioni.  Rivedere certi fantasmi sarebbe davvero deleterio per tutto l’ambiente Catania, motivo per cui certi appelli alla stampa ed agli osservatori appaiono, in tutta onestà, fuori luogo.

Squadra, società e città, com’è giusto che sia, dovranno aiutarsi e sostenersi reciprocamente. L’iniziativa per la sottoscrizione della famigerata Catania Card 11700“, nelle intenzioni dei suoi promotori, va proprio verso questa direzione. Un’operazione che, nell’attuale clima di difficoltà ed incertezza, potrebbe non riscuotere il successo auspicato. Se, infatti, ai dubbi sulla riapertura degli stadi uniamo le contingenti ristrettezze economiche del tifoso medio, appare comprensibile il malcontento trapelato e relativo, soprattutto all’esborso pecuniario richiesto.

C’è poi la spinosa questione relativa a Fabio Pagliara ed al suo addio al progetto SIGI… Ci si chiede, infatti, com’è possibile che colui che era stato definito un punto di riferimento, un valore aggiunto, una figura di assoluto rilievo per il Catania diventi, nel giro di poche ore, un profilo troppo pesante da gestire a causa delle “pretese” economiche avanzate. Cos’è cambiato rispetto al passato? Come mai l’uomo che, insieme a Maurizio Pellegrino, si è speso per primo nel folle e romantico progetto del salvataggio del Calcio Catania, diventa una pedina della quale poter fare serenamente a meno? Le carte in tavola sono cambiate lo scorso 10 luglio, quando l’inchiesta Fake Credits ha decapitato gli ex vertici di SIGI?

Tra gli elementi sui quali ci si interroga c’è, ovviamente, anche quello relativo all’organigramma del Calcio Catania ed al suo legame con S.I.G.I. In una fase tanto importante, infatti, sarebbe opportuno definire con chiarezza e limpidezza ruoli e prerogative di ognuno. Nella moderna era comunicativa, d’altra parte, è essenziale sapere a che titolo parla questo o quel protagonista… La recente uscita di scena di Futura Production, che ha abdicato alla gestione della comunicazione della SPA pone, in realtà, diversi interrogativi. L’editore di tale testata, infatti, rimane uno dei soci della S.I.G.I.

Guardando al campo, poi, spicca inevitabilmente la posizione di capitan Marco Biagianti. All’incertezza delle ultime settimane è subentrata, in queste ore, la sensazione che la sua avventura al Catania sia vicina all’epilogo per volontà unilaterale dei vertici dirigenziali, a maggior ragione dopo la visita a Torre del Grifo di Mariano Izco, a cui sarebbe stato proposto un accordo annuale condizionato dal superamento di una prova di idoneità fisica. La società intende puntare, nonostante i numerosi puntelli nella zona mediana del campo, sulla sua esperienza, sul suo valore umano, sulla capacità di aggregare il gruppo e di “educare” alla catanesità i nuovi arrivati? Oppure l’intenzione è quella di farne, sin da subito, elemento di raccordo tra squadra e società chiedendogli di appendere le scarpette al chiodo? Il silenzio, da questo punto di vista, dà adito ad ulteriori dubbi e perplessità. Dubbi e perplessità che, immaginiamo, abbiano investito lo stesso Biagianti, fermo al palo in attesa di risposte. Arriveranno? Ad oggi pare che si voglia fare a meno dello storico numero 27 rossazzurro.

Che dopo l’arrivo di una nuova società alle falde dell’Etna sarebbero venuti fuori numerosi nodi da sciogliere era cosa prevedibile e risaputa. Sciogliere questi nodi ha, certamente, la sua importanza ma, in questo momento storico, è ancor più importante il modo in cui vengono sciolti, il percorso che si sceglie di intraprendere. Perché, si sa, il rischio di perseverare è sempre dietro l’angolo. 

 

(fonte foto: www.calciocatania.it)

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