Esclusiva A1N, Pagliara: “Tacopina occasione da non perdere, il mio ritorno solo se…”

Pagliara

La redazione di Antenna Uno Notizie ha intervistato, in esclusiva, Fabio Pagliara, Segretario Generale Fidal ed ex figura di spicco della S.I.G.I., la SPA che ha acquisito il Catania in estate .

Centrali, ovviamente, le questioni legate al presente ed al futuro del sodalizio rossazzurro, con la figura di Tacopina sullo sfondo e con la possibilità di un ritorno nell’organigramma societario, senza dimenticare i progetti che lo vedono protagonista nel mondo dello sport in un periodo complicato come quello che stiamo vivendo.

Il Catania tra campo ed extracampo secondo Pagliara

“La premessa è che parlo più da tifoso che da tecnico… La cosa più importante è vedere una squadra ben costruita da Maurizio Pellegrino in funzione di quelle che erano le risorse a disposizione. É una squadra di categoria, che mette in campo grande voglia, da questo punto di vista ha lo spirito giusto. Mi sembra molto strutturata in difesa, è evidente che manchi ancora qualcosa, specialmente in attacco. Però, viste quelle che erano le potenzialità, si sta operando bene. Mi auguro che, nel mercato di gennaio, possa esserci qualche piccolo ritocco per avere un gruppo a ancor più importante. D’altra parte si è vista una certa differenza rispetto a Bari e Ternana”.

“L’extracampo? Credo – esordisce Pagliara -, che si debba sempre partire dal grande lavoro che S.I.G.I. ha fatto, un lavoro che deve essere riconosciuto. Adesso, però, il punto centrale – al di là del possibile ingresso di Tacopina che tutti ci auguriamo – è la situazione complicata che dovrà affrontare SIGI. Il periodo Covid, lo avevamo detto in parecchi, rende particolarmente difficile il meccanismo delle entrate e la possibilità di creare risorse. Servono quindi fantasia, competenza, innovazione. Da questo punto di vista si è purtroppo scatenata una tempesta perfetta… Adesso, sempre conservando la memoria e la riconoscenza per quanto è stato fatto, si deve andare avanti. Nella fase attuale, infatti, occorre la voglia di programmare, in un momento che necessita una riforma molto forte del sistema sport in Italia. Per questi motivi ritengo che alcune delle idee del programma iniziale siano particolarmente attuali”.

A proposito di Tacopina…

“Come ho sempre detto ritengo la figura di Tacopina molto utile, ha dimostrato di avere interesse e passione per la città. Inoltre ha competenza, ovunque è andato ha fatto bene. Credo che sia un’occasione da non perdere assolutamente. Non sono uno dei finanziatori, per cui non entro in aspetti economici… SIGI deve, giustamente, fare dei ragionamenti d’amore e di rispetto degli investimenti fatti, però credo che Tacopina sia assolutamente in linea, sia con un’ipotesi di azionariato diffuso, sia con una fortemente glocal (globale e locale n.d.r.). L’ho ripetuto spesso, mi sembra questa l’unica via di sviluppo: da un lato una visione internazionale, dall’altro un radicamento sul territorio. Era facilmente ipotizzabile che, quest’anno, le risorse non potessero venire in maniera usuale e che fosse questa la dimensione di riferimento. Tacopina è un manager ed avrà fatto bene queste considerazioni, quindi il progetto iniziale di SIGI, in un contesto economico come questo, è in linea con le possibilità di attrazione delle risorse”. 

Le limitazioni imposte a Torre del Grifo potrebbero causare un ripensamento? Non sono convinto che Torre del Grifo sia così centrale da far si che le attuali restrizioni possano, in qualche modo, far cambiare idea a Tacopina. Il centro sportivo è un asset importantissimo, che può certamente essere un volano di sviluppo, ma credo che nel progetto sportivo, non solo di Tacopina ma di qualsiasi fondo o imprenditore che volesse entrare, la maggiore possibilità di ricavo nasca portando la squadra in Serie A. Una città come Catania nella massima serie – prosegue Pagliara – tra diritti televisivi, pubblico ed altro può rappresentare molto”. 

Il ritorno al Catania?

“Devo essere molto sincero, lo dico con grandissimo affetto per SIGI, per Catania e per il Calcio Catania… Ho sempre ribadito che, avendo la fortuna di fare un altro lavoro, per me era centrale il fatto che si sposasse, non totalmente ma in buona parte, una logica di progetto. La questione delle card era simbolica rispetto al fatto che, a mio avviso, occorreva una filiera, un diverso programma di marketing ed innovazione. Era giusto, quindi, che i soci che hanno messo risorse percorressero un’altra strada, che in quel momento non era per me quella giusta, per cui ho deciso di defilarmi. Se Tacopina, o se Tacopina e Nicolosi o se Tacopina e SIGI, mi dicessero di rientrare sposando, almeno in parte, le mie idee, non avrei nessun dubbio a dire che mi farebbe piacere. Quello economico sarebbe l’ultimo dei problemi. Se, invece, mi dicessero di tornare per lavorare in una situazione che non tiene conto di un programma lungo, strutturato ed innovativo la faccia non la metterei. Perché lavorerei male io e farei lavorare male le persone… Non potrà mai funzionare un lavoro a qualcosa in cui non si crede”

Lo sport ai tempi del Covid: il manifesto Pagliara – Berruto

“Invito tutti a leggere e a firmare il Manifesto per lo Sport redatto insieme a Mauro Berruto. Lo abbiamo scritto noi, ma vi partecipano personalità di assoluto rilievo: Antonio Cabrini, Paolo Rossi, Yuri Chechi, Margherita Granbassi, Filippo Tortu, Claudio Marchisio, Luigi De Siervo, Andrea Abodi. Al momento ci sono quasi settemila firmatari, con grandissimi campioni e dirigenti sportivi. In questo momento dobbiamo fare tutti un piccolo sforzo di programma, ma dobbiamo anche far capire che lo sport è essenziale. Questo vale anche in termini economici, perché essere riconosciuti come attività essenziale permette di entrare nei ristori economici del governo, avere delle possibilità di sviluppo finanziario, è un meccanismo decisivo. Mi sto dando anima e corpo, afferma con passione Pagliara, per questo manifesto e per il concetto di Sport City”.

“Quello che sta accadendo, purtroppo o per fortuna, è che la situazione Covid obbliga a fare sport all’aria aperta, in maniera più libera possibile. Ipotizzo da qualche anno che le città debbano trasformarsi in palestre a cielo aperto, dove chiunque possa fare sport per star bene. La trasformazione di parchi e lungomari in luoghi dello sport è una cosa che accadrà… Do anche un’anticipazione: la prossima settimana nascerà la fondazione Sport City, della quale sarò presidente, che con presunzione, visione e follia tenderà a trasformare il paese, a renderlo sempre più sportivo”. 

 

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